ETF vs fondi attivi: attento ai confronti truccati
Nel mondo degli investimenti, pochi argomenti sono più ricorrenti dei confronti tra fondi attivi e ETF. A prima vista, molte analisi sembrano dimostrare inequivocabilmente la superiorità degli ETF: più economici, più trasparenti, più efficienti. Ma cosa succede quando osserviamo meglio i numeri? Quando andiamo oltre i grafici semplificati e iniziamo ad applicare la realtà di una vera gestione finanziaria?
Il confronto è impari, se non si considerano tutte le voci
Numerosi operatori, siano essi bancari o indipendenti, propongono confronti in cui gli ETF risultano sempre vincitori. Peccato che, nella maggior parte dei casi, non includano la loro fee di consulenza nel calcolo dei rendimenti. Questo equivale a confrontare una corsa tra un'auto in folle e una col pieno di bagagli: il risultato è scontato, ma poco onesto.
Il mio non è un attacco verso una categoria o un modello di consulenza. È un invito alla trasparenza, all'onestà intellettuale, al rispetto per l’investitore. Chi utilizza strumenti validi come gli ETF per costruire narrazioni pubblicitarie parziali, lo fa a scapito del cliente, sfruttando la potenza di un messaggio semplificato e fuorviante. E questo è pericoloso, indipendentemente dal logo sulla firma.
Quando invece si tiene conto dei costi reali di gestione, incluse le commissioni di consulenza (0,7% + IVA), la distanza tra ETF e fondi attivi si riduce. Anzi, come dimostrato dall'analisi sul periodo 01/07/2015 – 01/07/2025, alcuni fondi attivi hanno ampiamente sovraperformato sia i lazy portfolio che gli ETF.
Inoltre, è importante sottolineare che i fondi attivi di nuova generazione collocabili in Italia prevedono azzeramento di commissioni di ingresso, uscita ed esclusione di performance, rendendo i costi estremamente competitivi rispetto al passato. Questo va contro la narrazione ormai superata secondo cui i fondi attivi sarebbero strutturalmente penalizzanti sul piano dei costi.
Tabella comparativa reale con fee incluse
💼 Strategia | 📉 Rendimento Netto Medio Annuo | 💰 Valore Finale (10 anni) |
---|---|---|
Lazy 60/40 (con 0,854% fee) | ~5,78% | ≈ 17.200 € |
Lazy 100% Azionario (con 0,854%) | ~7,65% | ≈ 21.300 € |
ETF MSCI World Hedged (con 0,854%) | ~7,71% | ≈ 21.500 € |
ETF Core MSCI World (con 0,854%) | ~9,45% | ≈ 26.400 € |
Amundi Global Equity (fondo attivo) | ~14,86% | ≈ 43.800 € |
JPMorgan Global Select Equity | ~12,57% | ≈ 34.200 € |
Questi dati non lasciano spazio a dubbi: i fondi attivi migliori, quando selezionati con metodo, possono generare rendimenti superiori anche non prendendo i migliori della categoria. E lo fanno con una strategia dichiaratamente direzionale, visibile, storicizzabile, e spesso con un track record che supera i 10 o 15 anni.
Il grafico: la verità visiva sulla crescita
Nel grafico qui sotto (inserito nel post), è evidente la crescita progressiva del capitale investito. Le linee curve mostrano chiaramente come:
- i fondi attivi (Amundi e JPMorgan) stacchino tutte le altre soluzioni;
- l’ETF Core MSCI World emerga come miglior passiva pura;
- i portafogli lazy offrano maggiore stabilità, ma sacrificando il potenziale.
Questi confronti sono ancora più significativi perché includono i costi di consulenza, cosa che raramente avviene nei confronti “pubblicitari” di alcuni operatori.
Inoltre, va ricordato che gli ETF non permettono la compensazione automatica tra plusvalenze e minusvalenze in Italia, mentre i fondi lo fanno. Questo elemento, spesso dimenticato, può avere un impatto fiscale rilevante nel lungo termine, soprattutto in portafogli dinamici o che subiscono ribilanciamenti.
L'ETF funziona solo... se fai tutto da solo
Il mantra "gli ETF sono migliori" è valido solo a una condizione fondamentale: che l'investitore sia autonomo, disciplinato, emotivamente stabile e in grado di gestire la propria asset allocation nel tempo. Una condizione che, nella realtà, riguarda una minoranza.
Infatti, senza un piano strutturato, anche l'ETF più efficiente diventa vulnerabile:
- l'investitore compra quando il mercato è già salito e vende nel panico durante i ribassi;
- modifica continuamente la strategia alla ricerca della formula magica;
- non tiene conto di tassazione, pianificazione previdenziale o successoria.
Il vero valore del consulente finanziario
In un mercato dove l'informazione è ovunque ma la consapevolezza scarseggia, il consulente finanziario professionista ha un ruolo determinante. Il suo valore non risiede nel "battere il mercato", ma nel guidare il cliente nel tempo, aiutandolo a:
- costruire un piano coerente con i suoi obiettivi di vita;
- mantenere la rotta anche nei momenti difficili;
- gestire i comportamenti, non solo i numeri;
- adottare un'asset allocation passiva ma efficace, supportata da una relazione attiva e continuativa.
L’invito, quindi, non è a fidarsi a occhi chiusi di chi promuove fondi, ETF o modelli specifici. L’invito è a diffidare da chiunque faccia confronti senza metodo, senza trasparenza, e soprattutto senza metterti al centro.
Serve una figura che agisca da architetto delle tue esigenze, che conosca gli strumenti ma non li venda come verità assolute, che ti aiuti a costruire un piano per la vita, non una scommessa per il trimestre.
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In conclusione
Il confronto tra ETF e fondi ha senso solo se è completo, onesto e trasparente. Ogni strategia ha vantaggi e limiti. Ma una cosa è certa: anche il miglior strumento finanziario, se utilizzato in modo errato, diventa inefficace.
Meglio allora affidarsi a chi da anni fa consulenza per professione, con risultati misurabili, metodo e un rapporto umano che dura nel tempo.
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Portafoglio efficiente e scarsa educazione finanziaria: è davvero sufficiente per investire bene?
🤔 Perché gli investitori italiani ottengono risultati mediamente più bassi?
Molti investitori italiani non riescono a ottenere rendimenti soddisfacenti nonostante i mercati offrano storicamente ottime opportunità.
Il motivo? Una combinazione tra:
-
Errori comportamentali,
-
Scarsa educazione finanziaria,
-
Scelte di strumenti inefficienti o costosi.
Secondo analisi internazionali, l’investitore medio guadagna 1-2 punti percentuali in meno rispetto a un semplice ETF diversificato.
Ecco perché molti si chiedono:
🔍 Un portafoglio efficiente e low cost può bastare per investire con successo?
✅ I benefici di un portafoglio efficiente a basso costo
Un portafoglio efficiente, costruito con ETF globali e ben bilanciato, può offrire vantaggi importanti, soprattutto per chi non ha molta esperienza.
I principali benefici:
-
Costi ridotti → più rendimento netto.
-
Diversificazione automatica → meno rischio specifico.
-
Facilità di gestione → adatto anche ai meno esperti.
-
Approccio “buy & hold” → minore esposizione all’errore umano.
👉 Un investitore che adotta un portafoglio efficiente può avvicinarsi alle performance reali di mercato, superando molti portafogli bancari o gestioni costose.
❌ Ma non è sufficiente: il comportamento fa la differenza
Anche il miglior portafoglio, se gestito male, non funziona.
Ecco alcuni comportamenti comuni che rovinano i rendimenti:
-
Vendere in panico durante i ribassi.
-
Inseguire le mode del momento.
-
Sospendere gli investimenti quando “i mercati scendono”.
-
Cambiare continuamente strategia in cerca di risultati immediati.
📉 Il problema non è lo strumento… ma l’uso che ne facciamo.
Un investitore con scarsa educazione finanziaria, anche con un portafoglio teoricamente efficiente, rischia comunque di ottenere risultati scadenti.
🧠 Perché l’educazione finanziaria è indispensabile
Avere anche solo una base di educazione finanziaria aiuta a:
-
Capire il concetto di orizzonte temporale e volatilità.
-
Riconoscere i bias comportamentali più pericolosi (come l'effetto di disposizione).
-
Mantenere la rotta anche nei momenti difficili.
-
Imparare a gestire le emozioni prima che i soldi.
Un investitore consapevole, anche senza grandi conoscenze tecniche, è in grado di evitare gli errori peggiori. Ed è questo che fa la differenza nel lungo periodo.
📈 Il mix ideale: portafoglio efficiente + metodo
Per ottenere risultati migliori nel tempo, serve una strategia completa:
Elemento | Perché è importante |
---|---|
✅ Portafoglio efficiente | Riduce costi e massimizza il potenziale |
✅ Educazione finanziaria | Evita errori di comportamento |
✅ Disciplina comportamentale | Permette di mantenere la rotta |
✅ Consulenza professionale | Aggiunge guida, visione e continuità |
🔧 5 consigli pratici per investitori poco esperti
-
Scegli un portafoglio semplice e diversificato (es. 60/40 o ETF globali).
-
Automatizza i versamenti periodici, anche piccoli.
-
Evita di controllare il conto troppo spesso.
-
Stabilisci in anticipo delle regole chiare (quando ribilanciare, quanto investire, quanto rischiare).
-
Confrontati regolarmente con un consulente di fiducia per mantenere la strategia coerente (prima ti rendi conto che non sai gestire le tue emozioni da solo migliori saranno i tuoi rendimenti)
🤔 E se faccio già tutto da solo con gli ETF?
Forse leggendo questo articolo hai pensato:
“Ho già un portafoglio low-cost, ben diversificato. Leggo, mi informo, investo da solo. Perché preoccuparmi?”
È una reazione comprensibile, soprattutto se hai scelto la strada dell’indipendenza dai prodotti bancari e della costruzione di un portafoglio ETF “fatto bene”.
Ma la verità è questa:
🔸 Anche un portafoglio efficiente può essere rovinato da comportamenti impulsivi.
🔸 Anche l’investitore informato può farsi prendere dal panico nei momenti sbagliati.
🔸 Anche chi conosce i principi può faticare a metterli in pratica quando conta davvero.
🎯 L’educazione finanziaria non è un contenuto. È una disciplina.
E non serve a farti delegare. Al contrario: serve a rafforzare la tua autonomia.
Perché indipendenza non significa fare tutto da soli... ma sapere quando è il caso di fermarsi, riflettere, restare coerenti con il proprio piano.
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Come investire oggi in modo semplice, tematico e protetto: la guida in 4 mosse
La semplicità è il nuovo vantaggio competitivo
In un mondo dove l’informazione è ovunque, ciò che manca è chiarezza.
Investire non deve essere complicato: i migliori portafogli sono spesso quelli più semplici, coerenti e comprensibili.
📌 Cosa significa investire in modo semplice oggi?
-
Usare pochi strumenti, ben diversificati
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Evitare l’overtrading
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Scegliere strumenti a basso costo (es. ETF)
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Avere una strategia chiara e sostenibile
💡 Un portafoglio con 3–4 ETF globali copre oltre 80% delle esigenze di un investitore medio.
Difesa e protezione: costruire un cuscinetto intelligente
Dopo anni di tassi bassi e mercati rialzisti, oggi molti investitori riscoprono il bisogno di protezione.
📉 Volatilità geopolitica, inflazione, rischio tassi…
non servono soluzioni miracolose, ma buonsenso e strumenti coerenti.
🔐 Come proteggere il portafoglio nel 2025:
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Una parte in ETF/Fondi obbligazionari a breve termine
-
Una porzione in liquidità remunerata (per esigenze a 6-12 mesi)
-
Fondi difensivi a distribuzione costante
-
Un piano di accumulo (PAC) per affrontare l’incertezza gradualmente
💡 Il segreto non è evitare il rischio, ma gestirlo in base ai tuoi obiettivi.
Investimenti tematici: AI e megatrend sotto la lente
L’interesse per l’intelligenza artificiale, la transizione energetica e il settore tech non è una moda passeggera.
Si tratta di temi strutturali che stanno plasmando il futuro economico.
🚀 Come accedere ai trend del futuro senza fare scommesse?
-
Utilizzando ETF/Fondi tematici ben costruiti
-
Inserendo una piccola quota (max 10-15%) del portafoglio
-
Monitorando con cadenza annuale e non settimanale
Esempi di settori:
🔹 Intelligenza Artificiale
🔹 Cybersecurity
🔹 Healthcare innovativo
🔹 Energie rinnovabili
💡 I trend non sostituiscono la strategia base. La arricchiscono.
Coerenza = rendimento sostenibile
Non basta scegliere strumenti validi: bisogna restare fedeli al piano.
🔁 Troppe modifiche, ansia da notizia, investimenti emotivi… sono il vero nemico.
📌 La disciplina vince sul talento:
-
Segui un piano con orizzonte 5+ anni
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Evita di entrare/uscire in base ai titoli di giornale
-
Affidati a un consulente per guidare le decisioni complesse
🎯 Il mercato premia chi è coerente, non chi è veloce.
I trend non sostituiscono la strategia base. La arricchiscono.
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La paura è il prezzo da pagare: come guadagnare restando calmi nei momenti peggiori
Immagina di salire su un ottovolante. Il cuore batte forte, l’ansia sale, ma in fondo sai che fa parte del gioco. Ecco, investire funziona esattamente così.
Ogni investitore, prima o poi, affronta momenti in cui tutto sembra crollare. La vera domanda non è se accadrà, ma come reagirai quando succederà.
Il prezzo invisibile degli investimenti
Nessun pasto è gratis, diceva Milton Friedman.
E nel mondo degli investimenti, il prezzo non è solo in euro. È emozionale. La volatilità è il prezzo da pagare per avere accesso ai rendimenti superiori delle azioni. È come un pedaggio che nessuno può evitare, anche i più esperti.
La paura come peggior nemico
Uno dei grafici più famosi mostra cosa succede se perdi solo i 10 migliori giorni di mercato: i tuoi rendimenti crollano.
E sai perché si perdono quei giorni? Perché si esce quando si ha paura. L’investitore medio non perde denaro per colpa dei mercati, ma per colpa delle proprie emozioni.
I drawdown fanno parte del gioco
Dal 1928 a oggi, il mercato azionario americano ha avuto almeno una correzione (ribasso >10%) ogni 2 anni e un bear market (>20%) ogni 6.
Eppure ha generato una ricchezza immensa. Il tempo è l’unico antidoto alla volatilità. Nessuno sa quando arriverà il prossimo ribasso, ma possiamo essere certi che ne arriverà uno. La strategia è restare investiti.
## Psicologia e comportamenti irrazionali
Daniel Kahneman lo ha spiegato bene: l’avversione alle perdite è due volte più potente del piacere del guadagno.
Questo ci porta a prendere decisioni pessime, tipo vendere quando il mercato scende e comprare quando tutto va bene. Serve una strategia, serve un piano. E, se possibile, serve un consulente che ti tenga fermo al timone.
## Come affrontare la volatilità (davvero)
1. Stabilisci obiettivi chiari: casa, pensione, studio dei figli.
2.
Costruisci un portafoglio coerente: azioni per la crescita, obbligazioni per la stabilità.
3. Accetta che i ribassi arrivano. Non evitarli, pianificali.
4. Automatizza i tuoi investimenti: PAC e ribilanciamenti aiutano a eliminare l’emotività.
5. Fatti accompagnare da un professionista: è più difficile mollare quando qualcuno rema con te.
## Citazioni che contano
- “Il rischio è il prezzo che paghi per ottenere rendimento.” – Morgan Housel
- “Il tuo peggior nemico sei tu.” – Carl Richards
- “Essere un investitore di successo non significa essere intelligenti.
Significa avere autocontrollo.” – Benjamin Graham
## Conclusione
Ogni volta che il mercato crolla, si presenta un’opportunità. Ma solo per chi ha il coraggio – o la disciplina – di restare. Questo non significa ignorare la paura, ma imparare a conviverci. Come in ogni cosa della vita, è proprio l’attraversare la tempesta che ti fa crescere.
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👉 Se vuoi costruire una strategia su misura per te, **scrivimi**: ogni obiettivo può diventare realtà con il giusto piano.
Ma devi cominciare prima che arrivi il prossimo ribasso.
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📊 Immagine esplicativa
Questa immagine mostra la differenza di rendimento tra restare investiti durante i ribassi e reagire emotivamente con vendite premature.
📊 Immagine esplicativa
Questa immagine mostra la differenza di rendimento tra restare investiti durante i ribassi e reagire emotivamente con vendite premature.
“Pianificare per davvero: come trasformare i buoni propositi finanziari in risultati concreti”
Dai desideri agli obiettivi: la vera differenza
Molti iniziano l’anno con buone intenzioni: risparmiare di più, investire, pensare alla pensione.
Ma senza obiettivi chiari, tutto resta nel vago.
Un desiderio è “vorrei mettere da parte dei soldi”.
Un obiettivo è: “voglio accantonare 5.000 € entro 12 mesi per un fondo emergenze”.
🎯 La differenza? Specificità, tempistiche, metodo di monitoraggio.
I 4 obiettivi finanziari universali
Ogni persona ha esigenze diverse, ma esistono quattro grandi obiettivi ricorrenti:
-
🛟 Fondo emergenze (3-6 mesi di spese essenziali)
-
🏠 Acquisto casa (prima o seconda)
-
👨👩👧👦 Famiglia e figli (scuola, università, aiuti)
-
👴 Previdenza integrativa (integrare pensione pubblica)
📌 Ognuno di questi ha un orizzonte temporale e un grado di priorità differente.
La pianificazione serve proprio a organizzare questi obiettivi su misura.
Come creare un piano finanziario semplice
Un piano efficace non deve essere complicato. Serve metodo, costanza e realismo.
🔹 1. Analisi della situazione attuale
Reddito, spese, debiti, risparmi. Da qui si parte.
🔹 2. Definizione di obiettivi SMART
Specifici – Misurabili – Accessibili – Realistici – Temporizzati
🔹 3. Assegnazione delle risorse
Per ogni obiettivo si può destinare una percentuale mensile del reddito.
🔹 4. Scelta degli strumenti
-
PAC in ETF/Fondi per obiettivi di medio/lungo periodo
-
Liquidità remunerata per fondo emergenze
-
Previdenza complementare (fondi pensione, meglio se aperti o di categoria) per orizzonte >20 anni
🔹 5. Monitoraggio periodico
Verifica ogni 3/6 mesi con eventuale ribilanciamento
Gli errori più comuni
Anche chi parte con le migliori intenzioni può inciampare. Ecco gli errori da evitare:
❌ Non scrivere gli obiettivi
❌ Non assegnare tempistiche
❌ Agire impulsivamente dopo un evento (es. crisi, volatilità)
❌ Pensare di poter fare tutto da soli
💡 La finanza comportamentale insegna: la coerenza batte la motivazione.
Il ruolo chiave del consulente finanziario
Un bravo consulente non ti vende prodotti: ti aiuta a dare priorità, metodo e disciplina.
✅ Ti guida tra obiettivi personali e strumenti adatti
✅ Ti aiuta a non farti deviare da emozioni e mode
✅ Ti permette di trasformare i propositi in un piano sostenibile nel tempo
📩 Hai tanti buoni propositi, ma nessun piano concreto?
📊 È il momento di passare all’azione.
Scrivimi per costruire insieme un piano semplice, efficace e duraturo.
Investire con continuità: perché la stabilità batte l’istinto nei mercati incerti
Il paradosso dell’instabilità: quando restare fermi è la mossa vincente
Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra “urgente”: le notizie arrivano ogni secondo, le tensioni geopolitiche cambiano i mercati da un giorno all’altro, e ogni investitore viene tentato dal pensiero:
🗯️ “Forse è meglio aspettare…” oppure “Adesso vendo, poi rientro più avanti”.
Eppure, i dati ci dicono il contrario.
Secondo un recente studio di Investopedia, oltre il 50% degli investitori mantiene la propria strategia invariata, anche in presenza di instabilità o incertezza. Solo il 24% ha ridotto l’esposizione.
🔎 Perché? Perché nel lungo periodo la disciplina batte l’istinto.
Market Timing: la trappola dell’illusione di controllo
Molti investitori pensano:
👉 “Aspetto il momento giusto per rientrare” oppure
👉 “Entro quando il mercato scende ancora un po’…”
Ma sappiamo bene che:
-
indovinare il momento perfetto è impossibile
-
anche sbagliare di pochi giorni può costare caro
🎯 Un esempio concreto:
Se nei 20 anni tra il 2003 e il 2022 ti fossi perso solo i 10 migliori giorni di borsa, il tuo rendimento si sarebbe dimezzato.
Perdere anche solo i picchi inattesi ha un impatto devastante.
👉 Il problema non è la volatilità.
👉 Il problema è non esserci quando il mercato riparte.
L’importanza di una strategia automatica
Chi ha successo nel lungo periodo non è il più veloce, ma il più coerente.
Ecco tre strumenti per mettere in pratica la stabilità:
-
PAC (Piani di Accumulo Capitale) → investire in modo costante, senza farsi influenzare dai saliscendi di breve termine
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ETF globali o settoriali → strumenti trasparenti e diversificati per restare “nel mercato” senza sovraesporsi
-
Ribilanciamento periodico → per adattare il portafoglio senza stravolgerlo, in base ai propri obiettivi
🧠 La vera forza è nel metodo, non nella previsione.
Il valore della coerenza: una guida nei momenti di dubbio
Quando il mercato è agitato, restare investiti può sembrare controintuitivo. Ma è proprio in quei momenti che la strategia paga.
Chi ha mantenuto un piano solido:
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ha beneficiato dei rimbalzi inattesi
-
ha evitato l’ansia del “rientrare troppo tardi”
-
ha avuto un vantaggio statistico sui rendimenti finali
La finanza comportamentale ce lo insegna: l’istinto ci sabota, il metodo ci salva.
📩 Se anche tu sei tentato di “aspettare tempi migliori”…
📊 Ricorda che il tempo migliore spesso è oggi, se hai una guida e una strategia.
Scrivimi per costruire insieme un piano coerente, flessibile e adatto alla tua situazione.
Quando aspettare è il vero rischio: come agire nel 2025 tra incertezza, banche USA e mercati emergenti
2025: mercati che parlano lingue diverse
La settimana finanziaria appena conclusa è un perfetto esempio di disallineamento dei segnali:
-
🏦 Il settore bancario USA (con JPMorgan in testa) ha toccato nuovi massimi, segno di fiducia e utili solidi.
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🌍 I mercati emergenti sorprendono con +10% da inizio anno, trainati da valute forti e tassi reali elevati.
-
⛽ Il petrolio invece cala, segnalando minori pressioni inflazionistiche… ma anche fragilità globale.
-
📈 L'indice VIX, termometro della paura, mostra una timida ripresa in vista di possibili turbolenze estive.
Il risultato? Confusione diffusa.
E quando le informazioni si moltiplicano ma non convergono, molti investitori scelgono l’unica via che sembra sicura: non fare nulla.
L'illusione dell'attesa: la trappola della paralisi da analisi
Questa reazione ha un nome ben preciso nella finanza comportamentale: paralisi da analisi.
Accade quando il sovraccarico di dati, opinioni e previsioni ci porta a un blocco decisionale. Invece di scegliere, si procrastina. Si rimanda. Si aspetta il “segnale chiaro”.
Ma nei mercati non esiste mai un segnale davvero chiaro.
E più si aspetta, più si rischia di:
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Entrare quando i prezzi sono già saliti
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Perdere rendimenti cedolari o dividendi
-
Mantenere alta la quota di liquidità a rendimento reale negativo
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Accumulare stress da incertezza prolungata
Aspettare oggi ha un costo reale, spesso superiore a quello di un investimento prudente ma attivo.
I segnali che (forse) stiamo ignorando
Mentre tanti investitori attendono segnali “definitivi”, i mercati stanno già tracciando nuove direzioni:
🏦 Settore bancario USA in rally
JPMorgan, Goldman Sachs, Bank of America: i titoli bancari sono in forte crescita, trainati da risultati positivi e prospettive di margini favorevoli.
Il mercato anticipa: anche se i tassi si abbasseranno gradualmente, il business bancario resta redditizio e sottovalutato.
👉 Opportunità per ETF finanziari USA o fondi settoriali.
🌏 Mercati emergenti in crescita
Con valute forti e inflazione sotto controllo, i paesi emergenti stanno battendo i mercati sviluppati da inizio anno.
Tassi reali positivi + forza interna = attrattività per investitori internazionali.
👉 Opportunità per ETF paesi emergenti local currency o multi-asset EM.
📉 Petrolio e VIX: segnali di “quiet storm”?
Il petrolio è sceso verso i 65 $/barile, ma l’ombra della geopolitica non è sparita.
Il VIX è basso ma in ripresa. L’estate potrebbe essere turbolenta, soprattutto se a luglio scatteranno nuove incertezze daziarie o elettorali.
👉 Opportunità per inserire asset decorrelati, oro, e strumenti difensivi.
Strategie per agire (senza strafare)
Come evitare la trappola dell’immobilismo senza buttarsi a capofitto?
Con azioni piccole, ma consapevoli:
✅ Entrata frazionata (PAC)
Investire a tappe riduce il rischio di timing e ti mantiene mentalmente “dentro” al mercato.
Perfetto per ETF/Fondi globali, settoriali o obbligazionari.
✅ ETF e Fondi a scadenza
In questo contesto, strumenti target maturity offrono certezze (relative) su scadenze e rendimenti.
Utili anche per “parcheggiare” la liquidità in modo più efficiente.
✅ Bilanciati flessibili o “risk-controlled”
Un portafoglio che si adatta è meglio di uno statico. I fondi flessibili moderni ribilanciano tra equity e bond secondo lo scenario.
✅ Inserimento di asset antifragili
Oro fisico o ETF su materie prime, ETF min volatility, liquidità “intelligente” su conti remunerati.
Serve equilibrio tra protezione e rendimento.
La vera abilità è agire quando tutti esitano
Molti investitori ritengono che la prudenza consista nel “fare niente”.
Ma in un mondo che cambia ogni settimana, fare qualcosa in modo misurato è spesso la vera prudenza.
Come consulente finanziario vedo ogni giorno due profili:
-
Quelli che vogliono il “segnale perfetto” → e aspettano per mesi
-
Quelli che iniziano con una quota parziale → e restano in controllo
Chi vince nel lungo periodo? Sempre i secondi.
📩 Se anche tu stai aspettando il “momento perfetto”…
💡 Forse è il momento giusto per strutturare una strategia su misura, che funzioni anche quando il mercato non dà certezze.
Scrivimi e ne parliamo insieme.
Aspettare o Agire?
Scenario 2025: stabilità apparente, incertezza latente
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un paradosso: i mercati finanziari globali hanno dimostrato una sorprendente stabilità, nonostante un contesto di fondo ancora molto fragile. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente, la persistente incertezza sulle politiche monetarie e i segnali contrastanti dall’economia reale stanno creando un ambiente complesso da decifrare.
In questo scenario, molti investitori — sia privati che istituzionali — si sono rifugiati in una posizione di attesa. Ma restare immobili, oggi più che mai, rischia di essere una decisione più pericolosa di un movimento misurato e consapevole.
Tassi fermi oggi, ma tagli in vista: cosa cambia davvero?
Negli USA, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi invariati al 5,25%-5,50%, ma ha ribadito la previsione di due tagli nel corso del 2025. La BCE ha già mosso il primo passo, riducendo i tassi di 25 punti base. Questo segnala un possibile cambio di paradigma: siamo a un punto di svolta della stretta monetaria.
Ma attenzione: i mercati tendono ad anticipare. Quando la banca centrale annuncia tagli futuri, i prezzi obbligazionari iniziano già a muoversi. Aspettare troppo, dunque, può farci perdere il vantaggio del tempismo.
L’illusione della liquidità: prudenza o paralisi?
Tenere alta liquidità è spesso visto come scelta prudente, soprattutto in periodi incerti. Ma se i tassi iniziano a scendere, il costo opportunità dell’attesa cresce:
Si perdono cedole potenziali
Si rischia di rientrare a prezzi più alti
L’inflazione continua ad erodere valore reale
Esempio pratico: un portafoglio di 100.000 € lasciato fermo per 12 mesi con inflazione al 2,5% perde circa 2.500 € di potere d’acquisto, senza contare eventuali opportunità mancate.
Strategie d’azione intelligenti: non impulsive, ma adattive
Agire non significa “fare tutto subito”.
Significa iniziare con metodo. Ecco 4 strategie adatte a questo scenario:
1. Ingresso frazionato e progressivo
Non investire tutto in una volta. Distribuisci nel tempo (es. Piani PAC su ETF o fondi) per diluire il rischio e sfruttare le oscillazioni.
2. ETF/ Fondi obbligazionari target maturity
Ideali per chi vuole visibilità sulla scadenza e rendimento atteso. In un contesto di tassi stabili o decrescenti, offrono una soluzione semplice e trasparente.
3. Portafogli bilanciati flessibili
Permettono esposizione a più asset class con ribilanciamento automatico. Utili per restare investiti ma con protezione dinamica.
4. Asset decorrelati (oro, materie prime, infrastrutture)
In caso di nuove fiammate inflattive o tensioni geopolitiche, questi strumenti aiutano a stabilizzare il portafoglio.
Il ruolo della consulenza: non è il “se”, ma il “come”
Molti investitori si chiedono “ma è il momento giusto per investire?”
La verità è che non esiste “il momento perfetto”.
Esiste il piano giusto per il tuo profilo, orizzonte temporale e obiettivi.
Qui entra in gioco il ruolo del consulente:
Ti aiuta a filtrare il rumore
Costruisce una strategia coerente
Ti protegge da decisioni emotive
Le emozioni sono nemiche dell’investitore razionale
Stare fermi è spesso il risultato della paura. Ma come insegna la finanza comportamentale, agire sull’emotività (sia nella fretta che nell’immobilismo) è uno dei principali errori degli investitori.
La disciplina, invece, porta risultati nel lungo periodo.
📉 Chi ha investito nel momento peggiore del 2008 e ha mantenuto la rotta, oggi ha più che raddoppiato il capitale.
📈 Chi ha aspettato il “momento giusto” spesso è rientrato tardi… a prezzi più alti.
Un confronto tra tre investitori:
A: investe subito in portafoglio bilanciato (50/50)
B: attende 6 mesi
C: attende 12 mesi
Risultato: nel lungo periodo, anche con ingresso in momenti sub-ottimali, chi ha iniziato prima tende a ottenere rendimenti maggiori.
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La storia più pericolosa è quella che ti racconti da solo
Quando i successi sono merito nostro… e le colpe sempre degli altri
“Ho fatto +15%, sono stato bravo.”
“Ho perso perché il mercato è impazzito.”
Quante volte hai sentito (o pensato) queste parole?
È un meccanismo psicologico naturale, ma pericoloso: si chiama self-attribution bias.
È la tendenza a prendere il merito quando le cose vanno bene e a scaricare la colpa quando vanno male.
Nel mondo degli investimenti, questo bias è tra i più insidiosi, perché:
-
Ti illude di essere più competente di quanto sei
-
Ti impedisce di analizzare con onestà gli errori
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Ti spinge a rischiare troppo quando ti senti “infallibile”
Cos'è il self-attribution bias?
È una forma di auto-compiacimento cognitivo:
Attribuiamo i risultati positivi alle nostre capacità…
…e quelli negativi alla sfortuna, alle condizioni esterne, o agli altri.
💡 Esempi quotidiani:
-
“Ho scelto un ottimo fondo” → merito mio
-
“È andata male per colpa delle decisioni della BCE” → colpa esterna
Anche i migliori investitori ci cascano.
Lo facciamo per proteggere il nostro ego: ci sentiamo bravi, capaci, intelligenti. Ammettere di aver sbagliato, invece, è doloroso.
Il problema? Non impariamo mai
Se un guadagno è merito tuo e una perdita è colpa di qualcun altro…
Quando impari davvero?
“Non c’è niente di peggio che avere ragione… per i motivi sbagliati.”
– frase ricorrente tra i migliori fund manager
Se non accetti le responsabilità delle tue decisioni:
-
Non correggi il metodo
-
Non capisci dove hai davvero sbagliato
-
Continui a credere di avere un "tocco magico"
Col tempo, questa illusione ti rende iperconfidente.
E l’iperconfidenza è uno dei peggiori nemici del rendimento nel lungo termine.
Self-attribution bias + mercati = pericolo
📈 Quando i mercati salgono:
“Il mio portafoglio fa +12%, sono un genio!”
📉 Quando i mercati scendono:
“È colpa del conflitto, della Fed, di Draghi, dei robot…”
Ma attenzione: un mercato toro (bull market) fa sembrare chiunque un investitore brillante.
“Don’t confuse brains with a bull market.”
– antico adagio di Wall Street
Se non riconosci il ruolo del contesto esterno, ti stai ingannando da solo.
Come riconoscerlo in sé stessi
🧠 Fai questo esercizio mentale:
-
Quando ottieni un buon risultato, chiediti: quanto è merito mio e quanto del contesto?
-
Quando sbagli, chiediti: cosa avrei potuto fare diversamente?
Se le risposte sono sempre:
✅ “Sono bravo”
❌ “È colpa di altri”
…hai un problema.
Come ridurre il self-attribution bias
Ecco alcune strategie pratiche per contrastarlo:
🖊️ 1. Tieni un diario delle decisioni
Scrivi sempre il perché delle tue scelte:
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Quando compri/vendi un titolo o strumento
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Quali ipotesi stai facendo
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Cosa ti aspetti dal mercato
E dopo 3/6 mesi, rileggi.
💬 Ti sorprenderai di quanto spesso i tuoi successi siano dovuti al caso o a movimenti di mercato… e non alla tua previsione.
📊 2. Confronta i tuoi risultati con il mercato
Non basta vedere se guadagni.
Guarda se guadagni più o meno dell’indice di riferimento.
Se il tuo portafoglio fa +8% ma l’indice fa +12%, forse non sei stato così brillante.
Il confronto ti aiuta a ridimensionare l’ego.
🧠 3. Chiediti: “E se fossi solo stato fortunato?”
La domanda giusta da porsi non è: “Ho avuto ragione?”
Ma: “La mia analisi era corretta, oppure il risultato è stato casuale?”
Se inizi a dubitare (in senso costruttivo) della tua bravura, stai imparando.
🧍♂️ 4. Confrontati con qualcuno esterno
Parlare con un consulente, un amico esperto, o un mentore ti costringe a rendere conto delle tue decisioni.
E spesso, chi ti ascolta nota auto-giustificazioni che tu non vedi.
Il caso dei gestori professionali
Anche i fund manager cadono nella trappola.
👉 Se un trimestre va bene, si concentrano sulle scelte vincenti.
👉 Se va male, parlano di inflazione, geopolitica, o cambio valutario.
Ma se un professionista non è in grado di analizzare in modo oggettivo i propri risultati, cosa può fare un investitore retail?
La vera competenza: ammettere quando non è merito tuo
L’investitore davvero bravo non è quello che vanta ogni +10%.
È quello che sa dire “ho avuto fortuna”.
L’umiltà è una virtù sottovalutata nel mondo finanziario.
La disciplina batte l’intuizione.
La trasparenza con sé stessi batte l’autocelebrazione.
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