Hai approfittato del tuo fondo pensione quest’anno?

Il 16 dicembre è alle porte, si avvicina il termine per versare e beneficiare fiscalmente del tuo fondo pensione. Se non ce l’hai già è sempre un ottimo momento per iniziare ricordalo.

Nell’ultimo mese dell’anno sarà approvata la nuova Legge di Bilancio che prevede solo un budget limitato di circa 2 miliardi di euro per la riforma delle pensioni. Lo Stato fatica sempre più a mantenere un Welfare decorso, quindi diventa sempre più  necessario che ogni italiano si rimbocchi le maniche per il proprio futuro.

Non cambiano i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia, ma ci sono altre novità importanti. Soprattutto lato fiscale, un tema più che mai di attualità in queste settimane, ma che nel dettaglio rimane per noi italiani alquanto “fumoso”. Infatti, secondo l’istituto di ricerca sociale e di marketing Eumetra, un italiano su quattro non sa quanto paga di tasse ogni anno: solamente un italiano su cinque sa dire con precisione quante tasse paga, mentre la maggior parte (54%) sostiene di saperlo in modo approssimativo.
Facile quindi che molti di noi non sappiamo o non ricordino che c’è tempo fino al 16 dicembre 2023 per effettuare un ulteriore versamento volontario sulla propria posizione pensionistica complementare o su quella di un familiare fiscalmente a carico e portare così i contributi versati alla fatidica soglia dei 5.164,57 euro annui.
I versamenti effettuati entro quella data, infatti, rientrano nella soglia di deducibilità, fissata appunto a 5.164,57 euro all’anno, con uno sconto sulla tassazione niente male.
Di cosa stiamo parlando? È (più o meno) presto detto. Tutti noi paghiamo tasse sul reddito che dichiariamo annualmente. Su tale reddito si calcola la cosiddetta “base imponibile”. Dedurre una certa cifra fa sì che quella cifra non confluisca nella base imponibile, abbassandola in modo anche significativo. Ebbene, i contributi versati al fondo pensione (o a qualsiasi altra forma pensionistica complementare) sono deducibili dalle imposte sul reddito fino a un limite massimo di 5.164,57 euro ogni anno.

I vantaggi fiscali della pensione complementare

E se ti dicessi che oggi l’unico rendimento garantito, e probabilmente il più elevato lo riconosce il fondo pensione?

Lo Stato ha previsto tutta una serie di agevolazioni fiscali nell’ottica di incentivare questo tipo di investimento. In particolare:

• i rendimenti maturati dal fondo pensione sono tassati al 20%, contro il 26% che si applica agli altri strumenti finanziari;
• stante quanto detto sopra, l’investitore può beneficiare di un maggiore accumulo di capitale nel tempo, grazie all’effetto della capitalizzazione degli interessi;
• in caso di decesso dell’aderente, i beneficiari della rendita non devono pagare le tasse sulle somme percepite.

Infine, come abbiamo detto, i contributi versati al fondo sono deducibili dalle imposte sul reddito, il che significa che l’investitore può beneficiare di un risparmio fiscale immediato. Non ci credi? Lo vediamo subito. Ipotizziamo che il tuo reddito lordo sia pari a 62mila euro. A questo reddito andrà applicata una tassazione basata sui vari scaglioni IRPEF (assumiamo in questo caso quelli in vigore a giugno 2023, tanto non cambia moltissimo, ai fini del nostro ragionamento). Ecco quello che viene fuori.

Praticamente, sui tuoi 62mila euro di reddito lordo devi pagare imposte per quasi 20mila euro. Cosa succede se durante l’anno hai versato contributi in una forma pensionistica complementare tua o di un tuo familiare fiscalmente a carico? Succede che puoi dedurre fino a 5.164,57 euro dai 62mila di reddito imponibile. Il quale si abbassa quindi a 56.836 euro. E l’applicazione delle aliquote dei vari scaglioni dà come risultato una cifra più vicina ai 17mila euro, per un risparmio fiscale di oltre 2.200 euro.

Quanto conviene, oggi, investire in una forma pensionistica complementare?

La domanda è legittima ma, un po’ come i prompt per l’AI generativa, va riformulata. L’investimento in un fondo pensione non è questione di oggi: è una questione di domani. E, se vogliamo, anche di dopodomani. Richiede perciò una visione di lungo termine e un impegno costante nel tempo. I dati storici ci dicono che finora questo ha pagato.
Secondo una nota di aggiornamento diffusa dalla COVIP, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, i primi di novembre 20231, nel periodo che va dall’inizio del 2013 ai primi nove mesi del 2023 i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche. Nello stesso periodo, la rivalutazione del Trattamento di Fine Rapporto, il cui calcolo si basa sul tasso di inflazione, è risultata pari al 2,4%. Nel complesso, tutti i comparti azionari e buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto agli altri e al TFR.

“Nei primi nove mesi del 2023, tutte le tipologie di forme pensionistiche e di comparti registrano in media risultati positivi, in particolare nelle gestioni con una maggiore esposizione azionaria”, scrive la COVIP. Per i comparti azionari, in particolare, si riscontrano rendimenti in media pari al 4,5% nei fondi negoziali, al 5,5% nei fondi aperti e al 6% nei PIP.

Come scegliere il fondo pensione giusto?

Il fondo pensione rappresenta una soluzione ormai non più rinviabile: consente di garantirsi un futuro tranquillo e sicuro sotto il profilo economico ottenendo al contempo importanti vantaggi fiscali. Puoi scegliere liberamente l’importo dei versamenti, ma attenzione: è essenziale calibrare la strategia di investimento sulle tue esigenze.

 


Occhio ai falsi esperti

Le scelte finanziarie non sono condizionate solo da quello che sappiamo e conosciamo: possono essere influenzate anche dalle conoscenze percepite.

Molti investitori sopravvalutano le proprie conoscenze e competenze e mostrano un’eccessiva fiducia in se stessi, che li espone al rischio di strafare.

https://www.consob.it/documents/11973/287812/rf2022.pdf/cf6f38e9-dbcc-6057-8fff-f56643facdba?t=1674683068756

Ce lo conferma la Consob nel suo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane (nell'immagine), laddove ci dice che, "in linea con le indagini precedenti, la Survey 2022 coglie tale divario", cosiddetto "mismatch", "sia ex ante, ossia prima che gli intervistati rispondano al questionario sulle nozioni di base, sia ex post, ossia dopo la somministrazione del questionario".

Ex ante, l’11% degli investitori tende a sovrastimare le proprie conoscenze ("upward mismatch"). Ex post, questa fiducia in sé stessi emerge nel 20% degli intervistati. Gli intervistati ritengono di essere superiori alla media specialmente nel controllo del bilancio familiare e nella capacità di risparmio.

Tant'è che mi capita spesso ultimamente di avere molti colloqui con persone che mi seguono, convinte di "sapere" avendo letto questo e quello on-line.

Ecco che senti ormai tutti parlare ti portafogli modello, sceglierne uno da replicare perchè funziona da tempo ma senza farsi le doverose domande per la costruzione di una solida patrimonializzazione personale.

CHE OBIETTIVO HO?

E' COERENTE CON IL TEMPO IN CUI VOGLIO REALIZZARLO?

ma soprattutto, AVREI AVUTO I GIUSTI COMPORTAMENTI SOTTO STRESS?

2000, 2002, 2008 o 2020 sono tappe esperienziali fondamentali, ed i corretti comportamenti adottati hanno prodotto il rendimento medio che si sta mentalmente comprando scegliendo oggi una soluzione basata sul passato. Ma purtroppo l'esperienza di chi le ha vissute con "i propri soldi al fronte" non si può comperare.

Ecco che vedi tutti concentrarsi sul minor costo nel presente (sempre giusto valutare costi/benefici) puntare diritti sugli ETF ( giusto se fatto il giusto uso) ed utilizzarli per fare trading e magari detenere per la propria pensione il più caro P.I.P. o fondo pensione senza la coscienza che quel 4-5% pagato per 40 anni invaliderà tutto il possibile guadagno anche del miglior portafoglio modello comperato on line.


I rischi e i benefici della tempistica nel mercato

La tempistica nel mercato sembra abbastanza semplice: acquistare quando i prezzi sono bassi e vendere quando sono alti.

Questo è ciò che ogni investitore vorrebbe, e spesso chiede al professionista, o peggio è convinto di saper fare senza razionalmente capirne i rischi.

Ci sono prove evidenti che il market timing è difficile, se non impossibile. Spesso gli investitori vendono presto, perdendosi un rally del mercato azionario. Può anche essere snervante investire quando il mercato naviga nel rosso.

Al contrario, rimanere investiti nonostante gli alti e i bassi ha generato storicamente rendimenti competitivi, soprattutto su periodi più lunghi.

Il grafico sopra utilizza 20 anni di dati elaborati da JP Morgan, e mostra come cercare di cronometrare il mercato può ridurre il valore del tuo portafoglio anche in maniera devastante.

Le insidie ​​​​della tempistica del mercato

Stare fuori dal mercato anche solo di pochi giorni può influire in modo significativo sui rendimenti di un investitore. I seguenti scenari confrontano i rendimenti totali di un investimento di $ 10.000 nell'S&P 500 tra il 1 gennaio 2003 e il 30 dicembre 2022. Nello specifico, evidenzia l'impatto di perdere i giorni migliori sul mercato rispetto all'adesione a un piano di investimento a lungo termine.

Come possiamo vedere nella tabella sopra, l’investimento originale cresce di oltre sei volte se un investitore resta investito per tutti i giorni.

Se un investitore, invece, dovesse semplicemente perdere i 10 giorni migliori del mercato, perderebbe oltre il 50% del valore del proprio portafoglio finale. L’investitore finirebbe con un portafoglio di soli $ 29.708, rispetto ai $ 64.844 se fosse rimasto fermo.

A peggiorare le cose, perdendo 60 dei giorni migliori, avrebbe perso un sorprendente 93% di valore rispetto a quanto varrebbe il portafoglio se fossero semplicemente rimasto investito.

Nel complesso, un investitore avrebbe visto quasi il 10% in rendimenti medi annuali utilizzando una strategia buy-and-hold. I rendimenti medi annuali sono entrati in territorio negativo dopo aver mancato i 40 giorni migliori nell’arco di tempo.

I migliori giorni nel mercato

Perché è così difficile cronometrare il mercato? Spesso i giorni migliori si verificano durante i mercati ribassisti.

Negli ultimi 20 anni, sette dei dieci giorni migliori si sono verificati quando il mercato era in territorio ribassista.

In aggiunta a ciò, molti dei giorni migliori avvengono poco dopo i giorni peggiori. Nel 2020, il secondo giorno migliore è caduto subito dopo il secondo giorno peggiore dell’anno. Allo stesso modo, nel 2015, il giorno migliore dell’anno si è verificato due giorni dopo il giorno peggiore.

È interessante notare che i giorni peggiori del mercato si sono verificati tipicamente nei mercati rialzisti.

Perché restare investiti avvantaggia gli investitori

Come mostrano i dati storici, i giorni migliori si verificano durante le turbolenze del mercato e i periodi di elevata volatilità del mercato. Perdendo i giorni migliori del mercato, un investitore rischia di perdere un significativo apprezzamento del rendimento nel lungo periodo.

Non solo la tempistica del mercato richiede una notevole abilità, ma coinvolge temperamento e un track record coerente. Se esistessero segnali a prova di proiettile per la tempistica del mercato, sarebbero utilizzati da tutti.

Quindi per ogni investitore è sempre meglio mettersi dal lato giusto delle probabilità. Nessuno si può permettere di perdere tempo nella vita, ed allo stesso modo negli investimenti correndo dietro a miraggi, “professionisti della menzogna” o manie di magnificenza perché il mercato sarà crudele con questi.


Rischio: Nemico o compagno d’investimento?

Il rischio fa parte della vita ed è un’azione che racchiude in sé la possibilità di fallimento. Ecco perché lo temiamo tanto. Il fallimento personale o finanziario non è mai una bella cosa e se non si hanno le spalle larghe può rappresentare un grosso problema. Anche negli investimenti, come sappiamo, esiste il rischio. Anzi, il rischio è parte integrante di essi, come lo è del vivere stesso. Tuttavia, come per ogni cosa, si può controllare o almeno mitigare. Esistono vari tipi di investimenti e vari gradi di rischio, ognuno può decidere quello che più fa al caso suo, ricordando sempre che sul lungo periodo (dai 10 anni in su) tutto questo ha sicuramente un altro "sapore".

 

Il rischio non deve essere il faro dei nostri investimenti

Tutti, soprattutto alle prime armi negli investimenti, hanno avuto questi pensieri:

"Non investo perché ho paura".

"Le azioni? No, sono troppo pericolose".

"Meglio un conto deposito, così so che avrò il mio capitale alla fine".

Cos’hanno in comune queste affermazioni? La paura. Ne deriva che chi afferma ciò praticamente prende le decisioni finanziarie sul suo futuro facendosi guidare dal timore. Non proprio una scelta saggia. Nella vita come negli investimenti, non si vive di paura, ma di soluzioni. Ed ecco che anche per le proprie finanze sarebbe meglio pensare in termini di ottimizzazione più che di timore. Come ripetono in continuazione gli addetti ai lavori, non esistono pasti gratis nella vita: bisogna andare fuori dalla propria comfort zone se si vuole ottenere qualcosa in più. Questo non significa camminare sul filo del rasoio, ma camminare fuori dal tracciato con l’equipaggiamento giusto.

 

Rischio: non lo elimini ma almeno puoi controllarlo

Per controllare qualcosa bisogna innanzitutto "prendergli le misure". Come si misura il rischio un investimento? Generalmente si tende ad associarlo alla volatilità dei rendimenti: più volatile uguale più rischioso. Ma magari la questione fosse così semplice e lineare. In realtà, in termini più concreti il rischio per un investitore può assumere sfumature e connotati diversi. Per esempio, il rischio di non riuscire ad accantonare il necessario per integrare la futura pensione, per acquistare l’appartamento per un figlio o per mandarlo all’università o a studiare all’estero. In questi casi, può essere più utile e interessante individuare il rischio dell’investimento mettendolo in relazione con i propri obiettivi.

In linea più generale, questo ci serve per dirti che occorrono indicatori diversi rispetto alla semplice volatilità. Senza addentrarci in formule troppo astruse, ti diciamo solo che per misurare il rischio di un investimento in termini più ampi può aver senso far entrare in campo altri tre indicatori: il rischio di perdita (Risk of Loss), lo Shortfall Risk e il Value at Risk.

Rischio: è importante conoscerlo per gestirlo al meglio

Il rischio di perdita, per esempio, si può gestire diversificando il portafoglio e investendo in un ventaglio di asset class differenti nell’ottica di distribuirlo, magari entrando sul mercato in momenti diversi, con una diversificazione anche di tipo temporale (mediante la modalità del PAC) ed eventualmente facendo ricorso a meccanismi di stop-loss (che intervengono per stoppare appunto le perdite). Esistono anche fondi che oltre ad essere diversificati al loro interno, beneficiano di una gestione attiva che ribilancia il portafoglio quando necessario, per mantenerlo in linea con il profilo di rischio definito a monte.

Certo il tempo gioca a favore degli investimenti: l’analisi storica dei rendimenti dell’S&P 500 suggerisce che allungare l’orizzonte temporale riduce la probabilità di incorrere in perdite. Chi ha investito per un qualunque periodo di 20 anni, dal 1926 al 2015, nell’S&P 500 ha riportato nella totalità dei casi un rendimento positivo, mentre chi ha investito per un solo anno ha registrato un rendimento positivo solamente nel 73% dei casi.

 

Gestire al  meglio il rischio permette anche di recuperare le perdite

Conoscere il rischio ci aiuta a mitigarlo, a contenere le potenziali perdite e a recuperare. Sì perché, se sono contenute, le perdite si possono recuperare con ottima probabilità, dal momento che nel medio-lungo termine i mercati finanziari tendono a remunerare l’investitore mediante i cosiddetti "premi al rischio", che generano performance positive con probabilità crescente man mano che si allunga la durata dell’investimento. Il grafico seguente, per esempio, ci segnala il tempo necessario a recuperare per vari livelli di perdita (espressa come percentuale del capitale investito), ipotizzando che il rendimento medio annuo del portafoglio successivamente alla perdita sia pari a un generoso 5%.

Diamo un’occhiata ravvicinata al grafico. Innanzitutto, la relazione tra entità della perdita e tempo di recupero non è lineare, ma peggiora in modo sempre più vistoso al crescere della perdita. Con una perdita del 50% del capitale occorrono 14 anni per recuperare. Con una del 67% occorrono oltre 23 anni per recuperare. Ma se la perdita è contenuta al 10%, in appena due anni viene recuperata e se è del 5% un anno è sufficiente. E questo salva il potenziale di lungo termine del portafoglio.

 

Gestire bene il  rischio: la più grande lezione da portare a casa

Insomma, costruire un portafoglio combinando i diversi strumenti finanziari non è scontato, è anzi fondamentale un monitoraggio continuo, perché il rischio varia nel tempo. E, in ogni caso, il rischio va affrontato con la testa: occorre accettarlo, conoscere se stessi e capire quanto se ne può sopportare e come, di volta in volta, correggere serenamente la rotta.

 


I soldi sono il mezzo per costruirsi un futuro migliore

“Il tempo è denaro”, recita un vecchio adagio. Ma potremmo dire che è vero anche il contrario: il denaro è tempo. Sì, perché ci vuole tempo per pianificare i guadagni e ci vuole tempo per gestirli. Ma bisogna anche darsi il tempo per capire quale destinazione dare loro, verso quale progetto di vita indirizzarli: una nuova casa, un’auto nuova, una famiglia, un’attività imprenditoriale o artistica, la scuola e l’università dei figli, gli anni della pensione altrove, magari al mare, magari all’estero.


Quando si parla di progetti di vita, o semplicemente di serenità finanziaria, il pensiero degli italiani corre spesso alle cose che contano: persone, affetti, avvenimenti, momenti, come segnala Research Dogma in una recente indagine. Per ciò che conta va trovato il tempo, certo, ma non solo: occorrono anche le risorse. Anche sotto questo punto di vista, secondo Research Dogma il 64% degli italiani ha buone intenzioni: ritiene infatti che sia importante dedicare del tempo a ragionare sui vari progetti di vita con un buon consulente finanziario, in grado di aiutarli a trovare le soluzioni che consentano di tramutarli in realtà.
Fatto sta che l’orizzonte temporale è fondamentale nella definizione degli obiettivi, di qualunque tipo essi siano. La buona finanza sa fare anche questo: aiutare a costruire un progetto finanziario di medio-lungo periodo, evitando a chi vi si affida di perdersi nelle ansie quotidiane dei mercati e di prendere quindi la decisione sbagliata nel momento sbagliato.

Il ruolo del tempo nella gestione del denaro

Nella gestione del denaro, il tempo è una leva fondamentale. Solo dando tempo al tuo denaro puoi ottenere risultati importanti, a prescindere dal tuo capitale di partenza. Su questo gli italiani interpellati da Research Dogma hanno espresso posizioni molto sagge, con tre convincimenti sui quali possiamo tutti concordare.
• Pianificare bene la gestione dei risparmi (piccoli o grandi che siano) nel tempo, senza preoccuparsi degli alti e bassi dei mercati, rende più sereni e libera tempo per le cose che contano (77%).
• Meglio sfruttare il tempo investendo i risparmi un poco per volta per ottenere migliori risultati e accumulare un capitale, piccolo o grande che sia (72%).
• Mantenere un investimento in azioni/fondi azionari per diversi anni aiuta a diminuire il rischio e aumenta i risultati (58%).

Basta avere buone idee per adottare buoni comportamenti?

No, non basta. Un conto, infatti, è identificare le cose importanti per noi e ciò che ci fa battere il cuore, un altro è dedicare tutto il tempo necessario a questi elementi di valore, per il nostro benessere e per quello dei nostri cari. Lo stesso accade con le strategie finanziarie: gli italiani hanno le idee, ma per passare dal piano teorico a quello pratico e concreto queste idee hanno bisogno di un supporto concreto, dalla consulenza finanziaria innanzitutto. E la consulenza serve appunto a questo: a tracciare e lastricare la strada verso la realizzazione delle tue idee.


Passaggio generazionale: 1.915 miliardi verso i Millennial

Non solo calcio, cibo, lusso e motori: tra i record europei più o meno positivi che deteniamo come popolo italiano c’è anche quello che riguarda i lasciti testamentari: noi italiani riceviamo ogni anno più di 200 miliardi in lasciti e testamenti. In rapporto al reddito del Paese è un vero e proprio record europeo. Del resto, si può tranquillamente dire che la differenza oggi la fanno ancora i risparmi “degli anni d’oro”, gli anni degli yuppies e di “Drive in”. Risparmi che senza tanti giri di parole comprano le case a figli e nipoti di oggi. Figli e nipoti che però spesso si ritrovano con immobili lasciati in eredità che portano più costi che altro o capitali che rischiano di venir piano piano erosi dall’inflazione, oggi sempre più alta. Della serie: 100 euro oggi, 100 domani, in dieci anni non sono certo uno scherzo.

Esiste infatti tutta una generazione di nati dal secondo dopoguerra in poi alle prese con la prospettiva della consegna del testimone ai propri figli e figlie. Un testimone che ha per oggetto i soldi del miracolo economico italiano, ossia case, seconde case, auto, barche, denari, titoli e altre proprietà. Insomma, tutti quei soldi che giravano tra gli anni ‘80 e ‘90 nelle tasche di una generazione nel pieno del boom industriale del nostro Paese. Le stime parlano di circa 2mila miliardi di ricchezza che si prepara a passare dalle mani degli yuppies a quelle della “generazione Internet”, una generazione che per fare i pessimisti (o pragmatici) di turno sulla carta risparmia meno, ha lavori più precari e un futuro pensionistico non proprio roseo.

Passaggio generazionale: chi si prepara a ricevere il testimone?

Le stime dell’Istat ci informano che:

• nel nostro Paese vivono quasi 15 milioni di italiani che per età si collocano in pieno dentro la Generazione X, vale a dire quella dei nati tra il 1964 e il 1979;
• oltre 11 milioni di italiani sono Millennial, ossia nati tra il 1980 e il 1997;
• più di 8 milioni fanno parte della Generazione Z (nati tra il 1998 e il 2012). Di questi, i maggiorenni ad oggi sono più di quattro milioni e mezzo.

Insomma, dopo tutto il gran parlare che da anni facciamo a proposito dei “Boomer” alla fine scopriamo che oggi a comandare la scena c’è la Generazione X. Secondo un report di qualche tempo fa del think tank britannico Resolution Foundation, hanno raggiunto i 30 anni con un reddito più alto del 30% rispetto ai Baby Boomer1.

Questi 15 milioni di individui, che si sommano ai circa 13 milioni di Boomer, per un totale che si avvicina a quota 30, nei prossimi anni saranno protagonisti di un trasferimento di ricchezza veramente notevole: secondo alcune stime, entro i primi anni Trenta di questo millennio nel nostro Paese Baby Boomer e Generazione X trasferiranno ai Millennial ben 1.915 miliardi di ricchezza in euro2.
Fin qui, il quadro della situazione. Ora, la domanda è: siamo preparati a gestirla?

Stai gestendo al meglio il tuo capitale?

Un dato di fatto: in Italia non siamo molto ferrati nella gestione del denaro, sotto nessun punto di vita, sia esso finanziario, assicurativo o fiscale; sappiamo accantonare i soldi nel conto corrente e poco più. Per non parlare della successione, alla quale scaramanticamente – e molto poco razionalmente – nessuno vuole pensare. Tutto questo, però, ha un costo.
Secondo recenti dati Fabi3, la ricchezza finanziaria degli italiani a fine 2021 superava i 5.256 miliardi di euro, in rialzo di quasi 1.700 miliardi (+50%) nell’ultimo decennio. Ma “la liquidità resta la forma preferita di allocazione del risparmio”. Il contante è cresciuto di 509 miliardi (+45%), a quota 1.629 miliardi, e ciò significa che la percentuale di denaro lasciato su conti correnti e depositi si conferma al 31% del totale delle masse. Una scelta che però finisce con l’erodere il valore del patrimonio. Ti abbiamo detto tante volte che negli investimenti il tempo è un alleato, specialmente se si reinvestono gli interessi. Bene: quando scegli di non investire, diventa il tuo nemico numero uno. Guarda qua.

In pratica, investendo un capitale iniziale di 10.000 euro e reinvestendo gli interessi, otteniamo una crescita del valore che ci porta, dopo 20 anni, a un montate finale superiore ai 21mila euro, ipotizzando un interesse annuo del 4% che lavora non solo sul capitale iniziale ma anche sugli interessi gradualmente maturati e reinvestiti, appunto. Tenendo quegli stessi 10.000 euro fermi sul conto, dopo lo stesso numero di anni ci ritroviamo con un gruzzolo che nominalmente è ancora di 10.000 euro ma che realmente ha un valore pari a meno di 7mila, per effetto di un tasso di inflazione che noi, qui, ipotizziamo generosamente e ottimisticamente al 2% annuo – come da obiettivo Fed e Bce – assai più basso delle variazioni tendenziali alle quali abbiamo assistito a partire dall’autunno del 2021.

Cosa fare se si eredita un capitale, piccolo o grande che sia

Se sei nato negli anni Ottanta e Novanta, sei cresciuto in un contesto di tassi eternamente a zero e di inflazione anemica. Da oltre un anno, però, le cose sono cambiate. E tu, cosa stai facendo? Il report “Gen Z e Millennial Survey 2022”4 di Deloitte, ci conferma che hai bisogno di investire per la pensione, per esempio, perché sarà più magra rispetto a quella dei tuoi genitori e perché, per contro, la tua aspettativa di vita sarà più lunga.
Cosa pensi di fare con i tuoi risparmi e, soprattutto, con la ricchezza che potresti ereditare? Se la tua idea è quella di mettere tutto in un cantuccio e attingere al bisogno, tenendolo fermo in balia di tasse e inflazione, forse dovresti un attimo ripensarci. D’altro canto, tendiamo a imitare chi ci ha preceduto. Nel suo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane5, Consob di dice che, “per quanto riguarda i possibili impieghi del risparmio dato l’attuale contesto economico, il 23% degli intervistati indica l’investimento immobiliare” e “in particolare i più giovani, benestanti e con maggiori conoscenze finanziarie”. Ma il mattone non è la soluzione a tutte le domande.
Cosa fare, allora? Agire senza aspettare oltre, confrontandoti con una consulenza finanziaria professionale. Al consulente finanziario, infatti, il compito di aiutarti a capire quanto puoi guadagnare investendo. E quanto rischi di perdere non facendolo o facendolo in modo non corretto.

 


Liquidità oggi

Anche nel 2020 gli italiani si sono confermati risparmiatori eccezionali.In passato c'erano soluzioni semplici ed immediate, entrate nel costume finanziario italiano, come titolo di stato e buoni postali su cui poggiava il passaggio da RISPARMIATORI ad INVESTITORI.Oggi, tutto è cambiato!Rendimenti negativi dei bond, tassi sotto zero e contesto finanziario COSTRINGONO il risparmiatore di oggi ad abbandonare la vecchia zona di confort.

Prima ognuno se ne rende conto meglio è!

La liquidità "ragionata" è un VALORE AGGIUNTO nel piano finanziario di ognuno, rappresenta il mezzo per creare OPPORTUNITÀ sui mercati.

La liquidità " insensata" diventa un fardello tra costi di conto, bolli, pseudo patrimoniali e possibili tassi negativi riversati sui clienti.


4 passi prima di investire

Investire significa assumersi rischio in cambio di futuri rendimenti, farlo in modo responsabile significa prepararsi al peggio: i licenziamenti legati al coronavirus e la riduzione degli stipendi servono come promemoria saliente delle voragini che possono aprirsi inaspettatamente e inghiottire le nostre finanze di volta in volta. Diventa essenziale preparare al meglio il terreno su cui costruiremo la nostra “casa” finanziaria. Facendo la corretta pianificazione assicurativa e burocratica, ti darai una maggiore tranquillità finanziaria e ridurrai la possibilità di dover vendere investimenti in momenti inopportuni per finanziare e superare le crisi.

Ecco quattro aree che penso dovresti considerare:

1.      Cancella eventuali debiti costosi

Prima di tutto, cancella eventuali debiti costosi. Le carte di credito o altre forme di credito rapido addebiteranno molti più interessi in un anno di quanto potresti sperare di ottenere in termini di rendimento degli investimenti. Azzera quelli prima! E per lo stesso motivo, non utilizzare mai il credito per finanziare investimenti.

2.      Crea un fondo per i giorni di pioggia

Successivamente, l'importantissimo fondo per i giorni di pioggia. Si verificheranno eventi imprevisti, come la rottura di una caldaia o un tetto danneggiato da una tempesta, o addirittura la prossima pandemia. È qui che i conti di risparmio entrano in gioco in quanto restituiranno un piccolo interesse offrendo un facile accesso ai tuoi soldi con un rischio minimo (beh, fino a €100.000 - il limite della protezione del governo). Come regola generale, hai bisogno di uno fondo compreso tra 3 e 6 mensilità, a seconda delle responsabilità per le quali sei impegnato.

3.      Assicurati dai rischi della vita

Un'area che un consulente finanziario prenderà sempre in considerazione è la copertura rischi della vita, poiché una malattia grave o la morte potrebbero portare a una stretta da incubo sulle finanze della tua famiglia.

Fatti i tuoi due calcoli finanziari calcolando i debiti accumulati da te, come i mutui, e anche i costi di gestione della tua vita.

Le coperture vita pagano una somma forfettaria e sono un buon modo per proteggere intere famiglie così come la copertura per malattie critiche / protezione del reddito paga un reddito mensile in caso di grave malattia o infortunio.

Oggi molte compagnie si stanno muovendo in questa direzione, e tutti i consulenti patrimoniali devono tra i primi step consulenziali, fornire soluzioni a riguardo affinchè non ci siano brutte soprese future.

4.      Scrivi un testamento

L’ultimo punto che consiglio: un testamento è un documento legale che stabilisce esattamente cosa succede alla tua proprietà quando muori. La mancata redazione di un testamento potrebbe comportare la sua condivisione in un modo che non avresti voluto o scelto, e potrebbe portare a maggiori costi in termini di imposta di successione. Pensarci nel presente garantirà un migliore futuro per tutti.


9 chiavi per investire con successo e perché sono più importanti che mai in ambito COVID

Come investitore è molto facile lasciarsi sconcertare dall'onnipresente elenco di preoccupazioni che circondano i mercati di investimento che riguardano l'attività economica, i profitti, i tassi di interesse, la politica, ecc. O dalle perenni previsioni di un imminente crollo. O parlando della prossima cosa migliore che ti renderà ricco.

Il mondo degli investimenti è tutt'altro che prevedibile e ordinato. È noto per risucchiare gli investitori durante i bei tempi e sputarli fuori durante i tempi difficili. Investire è diventato più difficile negli ultimi anni, riflettendo un'impennata nel flusso di informazioni e opinioni. Ciò è stato amplificato dall’avvento dei media digitali in cui tutti sono in lizza per l'attenzione e il modo migliore per ottenere questa attenzione è attraverso i titoli di una crisi imminente. Tutto ciò si aggiunge all'incertezza e alle decisioni di investimento potenzialmente irregolari.

In questo contesto, ho scritto regolarmente nel corso degli anni individuando circa nove cose fondamentali che gli investitori devono tenere a mente per avere successo. Ma come influisce la pandemia di coronavirus su questi? Questa nota esamina ciascuno in vista della pandemia.

1. Sfrutta al massimo il potere dell'interesse composto

Il grafico successivo è uno dei miei preferiti e mostra il valore di un dollaro investito nel 1800 in contanti, oro, obbligazioni e azioni con interessi e dividendi reinvestiti lungo il percorso. Quel dollaro oggi varrebbe $ 0,052 se fosse stato “investito” (lasciato) in contanti.

Ma se fosse stato investito in obbligazioni varrebbe $ 1505 e se fosse assegnato ad azioni varrebbe $ 930.550. Sebbene il rendimento medio delle azioni (6,7% annuo) sia appena il doppio di quello delle obbligazioni (3,5% annuo), la magia di ottenere rendimenti più elevati su lunghi periodi porta a un saldo sostanzialmente più elevato. Lo stesso vale per altri asset di crescita come la proprietà.

Quindi, il modo migliore per creare ricchezza è sfruttare il potere dell'interesse composto e avere una discreta esposizione alle attività di crescita.

Ovviamente, il prezzo per rendimenti più elevati è una maggiore volatilità, ma l'impatto della combinazione di rendimenti più elevati dalle attività di crescita è enorme per lunghi periodi.

La pandemia di coronavirus non fa nulla per cambiare questo, non più di precedenti battute d'arresto come la prima guerra mondiale e l'influenza spagnola, la Grande Depressione, il mercato ribassista del 1973-74, il crollo del 2000 o la GFC. Il crollo dei tassi di interesse e dei rendimenti degli utili significa che i rendimenti osservati negli ultimi 120 anni saranno probabilmente molto inferiori nel prossimo decennio. Ma questo riflette in parte il crollo dell'inflazione (quindi nei rendimenti reali le cose non sono poi così negative).

E senza entrare nelle previsioni, le azioni che offrono un rendimento da dividendo del 3,5% (4,5% con crediti di affrancatura) dovrebbero fornire rendimenti a medio termine superiori e quindi far crescere la ricchezza molto meglio delle obbligazioni dove il rendimento a 10 anni è anche con ritorni annui negativi in area euro.

2. Non fatevi buttare fuori dal ciclo

I mercati degli investimenti attraversano costantemente fasi cicliche di tempi buoni e cattivi. Alcuni sono brevi e taglienti, alcuni possono estendersi per molti anni. Ma tutti alla fine hanno avuto una propria inversione, ad esempio quando le cadute rendono le azioni a buon mercato e i tassi di interesse bassi le aiutano a rimbalzare.

Il problema è che i cicli possono allontanare gli investitori da una strategia di investimento ben congegnata che mira a trarre vantaggio dai rendimenti a lungo termine. Ma creano anche opportunità. Considerato in un contesto a più lungo termine, il tuffo di circa il 35% e quindi il rimbalzo delle azioni associate al coronavirus è stata solo un'altra oscillazione ciclica, anche se si è verificata più velocemente, riflettendo la natura unica dello shock che ha visto un impatto più veloce del normale per le economie e poi più veloce rispetto al normale impiego di stimoli fiscali e allentamento monetario. La chiave era non farsi buttare giù quando i mercati sono precipitati a marzo.

3. Investire a lungo termine

Guardando indietro, sembra sempre ovvio il motivo per cui le cose sono successe. Ma guardando avanti nessuno ha una sfera di cristallo perfetta. Come ha osservato JK Galbraith, "ci sono due tipi di persone che fanno previsioni: quelli che non sanno e quelli che non sanno di non sapere". Di solito, maggiore è la previsione, maggiore è il bisogno di scetticismo, poiché tali chiamate invariabilmente sbagliano il tempismo o sono completamente sbagliate.

Se individuare i mercati giusti fosse facile, i  “pronosticatori” sarebbero mega-ricchi e avrebbero smesso di farlo. In relazione a questo, molti sbagliano lasciando che la fede cieca - ad esempio "c'è troppo debito" - intralci le buone decisioni. Potrebbero avere ragione un giorno, ma un investitore può perdere molti soldi nel frattempo.

Il problema per gli investitori è che sta diventando ancora più difficile poiché il mondo sta diventando più rumoroso. Tutto ciò è stato maggiormente evidente durante la pandemia di coronavirus con tutti i tipi di previsioni su cosa aspettarsi, la maggior parte delle quali ha fornito poco aiuto per capire effettivamente il mercato in basso a marzo per non parlare del rimbalzo.

Data la difficoltà oggettiva di comprendere le mosse del mercato nel breve termine, per la maggior parte degli investitori è meglio creare un piano a lungo termine che si adatti al proprio livello di ricchezza, età, tolleranza alla volatilità, ecc. E attenersi ad esso.

4. Diversificare

Non mettere tutte le uova nello stesso paniere. Avere un portafoglio ben diversificato fornirà una guida molto più fluida. Ad esempio, le azioni globali forniscono rendimenti nel lunghissimo termine. Allo stesso modo, oltre alla geografia sarà più proficuo una diversificazione per asset.

5. Abbassa il rumore

Dopo aver elaborato una strategia giusta per te, è importante ridurre il rumore sul flusso di informazioni e rimanere concentrato. Il problema è che il mondo digitale in cui viviamo sta assistendo a un'esplosione di informazioni e opinioni su economie e investimenti. Ma molte di queste informazioni e opinioni sono di scarsa qualità. Dato che "le cattive notizie si vendono", c'è sempre stata pressione sugli editori per mettere le notizie negative in prima pagina sui giornali, ma si spera che nel resto del giornale ci fosse un po 'di equilibrio.

Ma in un mondo digitale ogni storia può essere tracciata tramite clic, in modo che la pressione per pubblicare titoli sensazionalizzati e spesso cattivi sia amplificata. Quindi clickbait. Questo è diventato driver attraverso la pandemia di coronavirus, con un flusso enormemente aumentato di informazioni economiche e finanziarie. Questo può essere utile, se di qualità, per fornire informazioni tempestive su come sta viaggiando l'economia, ma si aggiunge anche immensamente al flusso di informazioni e spesso è contraddittorio.

Tutto ciò porta a una maggiore incertezza e orizzonti di investimento più brevi che a loro volta possono aumentare il rischio di essere buttati fuori da strategie di investimento ben ponderate.

La chiave è abbassare il volume su tutto questo rumore. Ciò significa soprattutto mantenere la tua strategia di investimento relativamente semplice. Non perdere troppo tempo su singole azioni o fondi poiché è la tua asset allocation di alto livello che guiderà principalmente il rendimento e la volatilità che otterrai.

 Ecco alcuni suggerimenti per ridurre il rumore:

  • Metti le ultime preoccupazioni nel contesto - le economie globali hanno avuto molte preoccupazioni nell'ultimo secolo circa - dalle guerre alle depressioni alle pandemie - e tuttavia i rendimenti degli investimenti a lungo termine sono andati bene
  • Riconoscere che è normale che i mercati oscillino da un estremo all'altro;
  • Concentrati solo su alcuni servizi di notizie affidabili e disattiva tutte le "notifiche" sul tuo dispositivo smart.
  • Non controllare così tanto i tuoi investimenti: su base giornaliera è un lancio di moneta se il mercato azionario aumenterà o diminuirà, ma più a lungo allunghi il tempo tra le osservazioni dei tuoi investimenti, più è probabile che otterrai notizie positive. Vedi il grafico successivo.

6. Compra basso, vendi alto

Più economico si acquista un asset (o maggiore è il suo rendimento), maggiore sarà probabilmente il suo potenziale rendimento e viceversa, a parità di condizioni ovviamente. Quindi, per quanto possibile, ha senso comprare quando i mercati sono in ribasso e vendere quando sono in rialzo. Sfortunatamente, molti fanno il contrario, cioè comprano dopo un grande rally e vendono dopo un crollo ... che ha solo l'effetto di distruggere la ricchezza.

Vendere al punto più basso del panico a marzo non sarebbe stata una buona mossa in quanto avrebbe semplicemente bloccato una perdita - ma, naturalmente, potrebbe essere sembrato facile nel mezzo del panico in quel momento. Ancora una volta abbassa il rumore!

7. Attenti alla folla agli estremi

Spesso ci si sente al sicuro in mezzo alla folla e a volte la folla degli investitori può avere ragione. Tuttavia, agli estremi la folla è invariabilmente sbagliata, che si tratti di massimi di mercato come nel boom tecnologico della fine degli anni '90 o di minimi di mercato come a marzo. Il problema con la folla è che alla fine tutti coloro che vogliono comprare in un boom (o vendere in un ribasso forte) lo faranno e quindi l'unico modo è verso il basso (o verso l'alto dopo il panico della folla).

Come ha detto Warren Buffet, la chiave è "avere paura quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri hanno paura". E il coronavirus non fa nulla per cambiarlo.

8. Concentrarsi sugli investimenti con un flusso di cassa sostenibile

Se sembra poco chiaro, difficile da capire o deve essere basato su oscure misure di valutazione, è meglio starne alla larga. Se un investimento sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. Al contrario, è più probabile che le attività che generano flussi di cassa sostenibili (profitti, affitti, interessi) e non si basano su un eccessivo indebitamento o ingegneria finanziaria abbiano successo. Ancora una volta, il colpo del coronavirus non fa nulla per cambiare la situazione.

9. Chiedere consiglio

Date le trappole psicologiche, siamo tutti suscettibili (come la tendenza a reagire in modo eccessivo alle attuali condizioni del mercato degli investimenti o a prestare maggiore attenzione a informazioni e opinioni che confermano le nostre opinioni) e la crescente complessità degli investimenti li rende tutt'altro che facili , quindi un buon approccio è chiedere consiglio tramite un servizio di investimento o un coach come un consulente finanziario, più o meno allo stesso modo in cui potresti avvalerti di uno specialista per prenderti cura delle tue esigenze idrauliche o mediche.

Come con idraulici e medici, vale la pena guardarsi intorno per trovare un servizio o un consulente con cui ti senti a tuo agio e di cui ti puoi fidare.


Volatilità alle porte: suggerimenti per viverla al meglio

Seconda ondata del Covid-19 ed elezioni americane alle porte hanno ributtato i mercati sull’ottovolante della volatilità. Alti e bassi fanno e faranno sempre parte del mondo degli investimenti per questo è bene conoscere tutti gli strumenti migliori per affrontarli. Pic e Pac restano i migliori alleati dell’investitore in ogni stagione del mercato.

Era inizio anno ed i mercati viaggiavano sull’onda di un 2019 di ripresa, con ottime performance ottenute sia degli strumenti obbligazionari che azionari. Vicino ai 1.800 punti, l’unica preoccupazione per lo MSCI WORLD era la prossima Brexit e la diatriba Siria-Usa. Quanti avevano previsto di ritrovarci nella situazione che tutti noi oggi viviamo? Nessuno. Per l’ennesima volta abbiamo la conferma che è meglio evitare previsioni o la ricerca del momento giusto per investire.

Quindi che fare? Meglio preferire strumenti che ci permettono di entrare sui mercati in modo graduale. I Piani di accumulo del capitale, i cosiddetti “Pac”, che permettono agli investitori di versare determinate somme un poco per volta e per un lasso di tempo medio-lungo magari se abbini ad un Piano di investimento di capitali ( Pic ).

PIC e PAC: le performance a confronto

Solitamente se si parla di Pac si parla anche di Pic. Le due soluzioni vanno spesso a braccetto venendo confrontate tra loro. Questo perché rappresentano due distinte scelte finanziarie. Il Pic – Piano di Investimento di Capitale – corrisponde ad un investimento in un’unica soluzione, particolarmente indicato per il risparmiatore che dispone di una certa somma fin da subito. II Pac invece come abbiamo visto consiste nell’investimento di somme nel tempo, con regolarità. Quindi la discriminante tra i due riguarda solo l’esistenza o meno di un capitale iniziale da poter investire? Sì certo, ma la differenza cruciale sta in realtà nella modalità d’investimento: la gradualità d’entrata sul mercato del Pac lo rende più indicato in caso di mercati incerti. Un esempio? Se avessimo investito in un portafoglio azionario a gennaio 2008, durante la crisi dei mutui subprime, oggi, a distanza di anni, il Pac ci avrebbe permesso di guadagnare più rispetto al Pic ma soprattutto ci avrebbe permesso di attenuare la volatilità e quindi lo stress emotivo.

Entrare gradualmente sui mercati è la soluzione migliore per combattere l’emotività
Storicamente cercare di uscire dal mercato nei momenti di discesa per rientrare “al momento giusto” dà la garanzia che si perderanno le migliori opportunità del periodo. Statisticamente i migliori giorni di mercato avvengono durante forti ribassi, e la matematica è ancora più crudele con gli amanti del market timing in un orizzonte temporale di 5 anni, vedendo performance dimezzate e perdite raddoppiate. Ma c’è un modo per evitare a priori emotività ed errato “market timing”, basta puntare su strumenti come i Piani di accumulo del capitale, che in un contesto come quello attuale riescono a:

Negli investimenti di successo quindi più che cogliere il momento giusto o l’azienda che esploderà nei prossimi anni conta il “tempo nel mercato”: cioè quanto rimaniamo investiti.

Facile a dirsi, un po' meno a farlo soprattutto in momenti come l’attuale pandemia: non sappiamo quale sarà l’evoluzione dei contagi e quando tutto questo finirà davvero. Sfortunatamente, abbandonare la nave però aumenterebbe di molto il rischio di “mancare” le migliori giornate sui mercati, danneggiando irreparabilmente la performance dei nostri investimenti. Ed è per questo che quando si adotta una strategia d’investimento conviene seguirla sempre, anche quando sembra che le cose non vadano benissimo. Ecco perché il Pac – ma anche il Pic- che puntano ad avere un orizzonte temporale superiore ai cinque anni, sono tra le soluzioni migliori per combattere gli alti e bassi dei mercati.

Quindi meglio il Pac o il Pic?

La domanda se la pongono in molti. Gli italiani secondo la Covip preferiscono di gran lunga i Pic per far fruttare la capitalizzazione composta da subito. Ma Pic e Pac anche se spesso messi in contrasto tra loro non lo sono affatto: nulla vieta di combinare le due strategie d’investimento. Un grande classico è infatti iniziare a investire con un capitale precedentemente accumulato e poi, mano a mano che si risparmia, investire somme inferiori tramite un PAC.

Morale della favola

Questo il succo:

  • l’evidenza empirica è che i PAC hanno un rischio inferiore ai PIC, soprattutto su archi temporali medi e brevi;
  • il risultato medio atteso è simile (tenete presente che si parla di investimenti, per i quali l’alea ha un ruolo importante);
  • il PAC distoglie l’attenzione dal market timing, aiutando dal punto di vista psicologico l’investitore a mantenere la rotta giusta;
  • il PAC si può tranquillamente combinare con il PIC;
  • bisogna stare attenti ai costi (come sempre);
  • in definitiva è un’ottima strategia che consente di costituire un capitale investendo i risparmi (anche piccoli) con gradualità e poco stress.