“Corri e vendi tutto” anzi no!

Vendere tutto e aspettare la fine della tempesta è la tentazione che avrà persuaso tanto investitori ad inizio crisi da Covid19. Cadere in questo tranello emotivo fà da moltiplicatore di problematiche per l’investitore come, rendere una perdita da ‘virtuale’ a‘reale’o, peggio ancora, trovarsi invischiati con il dubbio di quando sia il giusto momento per rinvestire la liquidità. Guardiamo al passato per trarne degli insegnamenti per il futuro.

Piazzarsi coerentemente con il giusto profilo di rischio ed un portafoglio “robusto” è la miglior garanzia di resilienza per ogni investimento. La correzione del 2008, infatti,  insegna che restare investiti nella giusta maniera costituisce una solido scudo a qualsiasi momentanea turbolenza.   

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Quindi meglio evitare di crearsi ulteriori problemi perché:

  • Quando si decide di disinvestire, si contabilizza una perdita che da ‘virtuale’ diventa ‘reale’;
  • Nel momento in cui si decide di vendere, si hanno a disposizione sostanzialmente due opzioni: si contabilizza la perdita e si rimane in liquidità oppure si aspetta a rientrare in un secondo momento.
    • Nel primo caso si rinuncia a partecipare al rialzo strutturale di lungo termine dei mercati finanziari, in particolare di quello azionario.  Prendendo un investimento nell’azionario USA  ininterrotto dal 12/9/2008 al 27/3/2020 (cioè in un periodo che include sia la profonda correzione della crisi 2008-2009 che quella attuale partita lo scorso 19 febbraio) 100 mila euro sarebbero cresciuti fino a 266.750 euro (+166,75%) mentre se l’investimento fosse stato riscattato il 15 ottobre 2008 per poi impiegare tutto il ricavato in fondi monetari euro il capitale al 27/3/2020 sarebbe ammontato a 76.026 euro (fonte: elaborazioni in euro su indice S&P 500 e indice dei fondi monetari euro).
    • Nella seconda opzione, invece, è necessario individuare il momento in cui rientrare. Quando farlo? Come si riesce a sapere quando la situazione è tornata in carreggiata? Qual è o quali sono gli elementi che permetteranno di rientrare sul mercato? Nel tentativo di individuare il momento esatto (market timing) il rischio, come abbiamo ipotizzato nell’esempio, è quello di perdersi una buona parte del recupero dei mercati. I quali, è bene tenerlo sempre bene a mente, si muovono con largo anticipo rispetto all’economia e al contesto: i loro movimenti tendono ad anticipare gli scenari all’orizzonte, siano essi negativi che positivi con una rapidità altrettanto veloce quanto lo è stata la correzione.

La soluzione per evitare ciò sta nel fatto che ogni investitore deve far suo il fatto chenon sappiamo quando una crisi potrà accadere, ma come tutte quelle del passato anche questa causata dall’epidemia da coronavirus avrà una sua fine. La messa in pratica, poi, sta nel restare investiti facendo leva su un portafoglio durevole, ben diversificato nelle asset class, nelle valute, nelle fonti di rendimento, e progettato per raggiungere precisi obiettivi a medio lungo termine, costituisce un solido scudo a qualsiasi momentanea turbolenza.


Restare razionali durante le turbolenze

Mentre la peggior crisi dal dopo guerra a causa del COVID-19 viene
affrontata dai mercati, per gli investitori incerti diventa un ottimo banco di
prova per conoscere meglio la refrattarietà delle proprie convinzioni
finanziarie.

Come si è comportato il mercato
storicamente? E quali azioni può mettere in atto un investitore per tutelare il
proprio piano finanziario?  Utilizziamo l'infografica
del New York Life Investments per
analizzare la situazione.

Il mercato rimbalza nel tempo

Il mercato “gioca” per anticipare quello che accadrà, tra previsioni,
analisi e congetture. Spesso giuste, a volte di poco inesatte. Ma c’è sempre l’imprevedibile
come guerre, epidemie o crisi improvvise. Ogni flessione è stata storicamente
di breve durata, con lo S & P 500 che nella maggior parte dei casi ha
registrato guadagni di 12 mesi.

Evento Data di mercato bassa Variazione% di 6 mesi, S&P 500 Variazione% di 12 mesi, S&P 500
Israele arabo guerra / embargo
petrolifero
05-Dec-73 -2.01% -28,24%
Crisi iraniana degli ostaggi 07-Nov-79 7,32% 29.35%
Lunedì nero 19-Ott-87 14.71% 23.19%
Prima Guerra del Golfo 09-Jan-91 20.75% 34.07%
Attacchi dell'11 settembre 21-Set-01 19.44% -12,47%
SARS 11-Mar-03 26.94% 38.22%
Crisi finanziaria globale 09-Mar-09 52.75% 68.57%
Intervento in Libia 16-Mar-11 -3,25% 11,72%
Brexit 27-Giu-16 13.41% 20.94%

Le due eccezioni sono l'embargo
petrolifero del 1973 e gli attacchi dell'11 settembre, in cui i mercati hanno
impiegato più tempo a riprendersi ma lo
hanno fatto
.

Lo stress emotivo che colpisce gli
investitori durante crisi o recessioni può facilitare le scelte sbagliate come
la vendita o il rifugiarsi in asset “sicure” distruggendo la diversificazione
iniziale e quindi sconvolgendo il profilo di rischio.

La storia ci insegna che è in momenti come
questo che stiamo vivendo che si costruiscono i successi finanziari futuri,
semplicemente NON FACENDO NULLA o
meglio ancora UTILIZZANDO DELLA
LIQUIDITA’ EXTRA
.

Vediamo due casi opposti, ipotizzando di investire $1000 :.

  • L’investitore  A, reagisce emotivamente al declino del mercato e vende le sue azioni al minimo di mercato e non rientra nel mercato fino a quando i prezzi non raggiungono il picco precedente
  • L’investitore B, reagisce razionalmente nonostante la volatilità del mercato e mantiene i suoi investimenti.
Casella di testo: A

Alla fine di sette anni, A si
ritrova con quasi il doppio di B grazie
ai giusti comportamenti adottati durante una flessione come quella del 2008 che
tutti ricordiamo.

Passare all’azione                               

E’ evidente come i giusti comportamenti siano una variabile fondamentale
per il conseguimento di ottimi risultati negli investimenti, e la teoria ne
amplifica l’efficacia.

Ma in pratica cosa può, e deve, fare un investitore per affrontare le
tempeste finanziarie?

Ecco 3 regole per riuscire a gestire le emozioni:

  1. Mantienere la rotta.
    La maggior parte degli investitori può trattenere i propri titoli, soprattutto
    se sono molto lontani dalla pensione. Se apportano contributi regolari,
    gli investitori possono continuare a farlo piuttosto che cercare di
    cronometrare il mercato.

  2. Rivedere le allocazioni degli asset.
    Gli investitori dovrebbero assicurarsi che il loro mix di allocazione delle
    attività rifletta ancora la tolleranza al rischio, l'età, lo stile di vita
    desiderato e altri redditi disponibili. La diversificazione del
    portafoglio è inoltre estremamente importante per aiutare a gestire il rischio
    e fornire un rendimento competitivo.

  3. Avere un fondo di emergenza in contanti.
    Le discese possono essere affrontate in maniera proattiva, e positiva, andando
    ad impiegare la liquidità di emergenza accantonata precedentemente. Ogni pianificazione
    finanziaria DEVE prevedere un fondo di emergenza in liquidità. Generalmente
    consiglio dalle 3 alle 6 mensilità. Il vantaggio è duplice, come avere
    disponibilità per gli imprevisti e non dovere smontare le pianificazioni di
    lungo, oppure, avere cartucce liquide per mettere un boost alla parte azionaria
    durante i forti ribassi.

Queste azioni aiutano gli investitori a rimanere concentrati sui loro piani
di investimento.

Alimentare le conoscenze ed imparare ad
accettare la volatilità restano sempre le migliori armi per l’investitore per
ottenere un successo maggiore a lungo termine.


Corona virus: che fare con gli investimenti

Alla riapertura delle borse asiatiche in profondo ROSSO, ma senza stupore penso sia giusto e doveroso fare il punto della situazione visto che molti investitori mi hanno chiesto consigli sui loro investimenti.

Due le principali risposte che ho dato in base all'esposizione ed all'orizzonte temporale:

  • Non hai esposizioni sulla Cina attualmente ed orizzonte temporale lungo, magari è l'occasione aprire una posizione con testa
  • Hai l’esposizione sulla Cina allora si possono fare 2 ragionamenti in base al profilo d'investimento partendo da questa foto:
  1. Profilo dinamico di lungo periodo: mantieni la posizione e se hai liquidità media senza sovraesporti. La Cina è il futuro, con un’economia formata da circa 1.5 Miliardi di persone,una classe media in costante miglioramento e con un contributo alla crescita del PIL globale del 28% con crescita del PIL interno superiore al 5% annuo;
  2. Profilo prudente: Tutti i portafoglio odierni hanno la Cina come asset, e spero in questo caso con il contagocce, quindi si potrebbe considerare la situazione per portare a casa i profitti maturati negli ultimi anni ( CHE DEVONO ESSERCI) e magari sfruttare lo strumento del piano di accumulo per ricreare una coerente posizione sul mercato cinese.

Razionalmente tutte le considerazioni che dobbiamo fare sulla Cina, così come su ogni altro Paese ed asset, devono basarsi su evidenze e dati concreti come questi:

Analizzando dati e fondamentali, è evidente come la Cina sia certamente una potenza di primo livello globale, nonostante il calo della crescita del PIL reale al 5% per quest'anno.

Numero pazzesco pensando a quello italiano no?

Parlando di investimenti, in conclusione, il consiglio che vi do è uno:

NON ASCOLTATE TG E MEDIA, ma piuttosto concentratevi sui dati come l'inflazione, il tasso di disoccupazione e la crescita del Pil perchè questo è ciò che farà la fortuna di un paese e dei vostri investimenti.


Recensy bias, l'errore cognitivo dell'ultimo biennio

Quanti di voi tendono a valutare una situazione ricordando eventi similari recenti? Tendenzialmente, anche nel vivere quotidiano, si danno opinioni in base al vissuto recente perchè la memoria a breve spesso è la più immediata ma non sempre la più obiettiva.

Questo succede anche all'investitore soprattutto dopo due anni come il 2018 e 2019. Il primo resterà alla storia per il fatto che tutte le principali asset class hanno chiuso l'anno in negativo, il secondo invece per i rendimenti a doppia cifra di tutto.

Ma attenzione! Valutare e scegliere su asset, magari come l'azionario, considerando solo un anno è un errore micidiale

Il mercato azionario ha appena terminato il 2019 con una impennata pazzesca. Lo S & P, per esempio, è aumentato di quasi il 32%, compresi i dividendi. Qui si innesca il primo processo mentale negativo per l'investitore.

Enormi guadagni sono sempre una piacevole sorpresa nell'immediato per l'investitore che però tende ad innervosirsi poco dopo per la crescente convinzione che presto tutto crollerà.

La verità è che c'è poco di razionale in questa congettura soprattutto considerando i rendimenti azionari di anno in anno. Ciò che è accaduto l'anno scorso non ha alcuna influenza su ciò che accade quest'anno

Storicamente, la percentuale di guadagni nel mercato azionario seguendo una varietà di scenari è abbastanza simile:

Dal 1926, lo S&P 500 è aumentato nel 70% e più dei casi. Ma possiamo anche suddividere questi numeri in base alla percentuale di tempo in cui la borsa è aumentata in un anno solare dopo un anno in crescita, un anno in calo, un guadagno a doppia cifra o una perdita a doppia cifra. In media, la percentuale di tempo in aumento dell'anno successivo è relativamente simile.

Dal 1926 al 2019 lo S&P 500 considerando i vari scenari, dall'anno in positivo all'anno in negativo a doppia cifra conferma una regola fondamentale negli investimenti: NEL LUNGO PERIODO TUTTO TORNA ALLA MEDIA

Il 2018 è  stato il primo anno negativo del decennio 2010 per lo S&P 500, con un calo di oltre il 4%.

Il 2019 è  stato il diciottesimo anno solare dal 1928 che ha visto lo S&P 500 aumentare del 30% o più. Ciò significa che si sono verificati guadagni del 30% o più in circa uno su cinque anni.

Nel 2018  l'indice Bloomberg Barclays Aggregate Bond ha sovraperformato l'indice S&P 500 di quasi il 4,5%.

Nel 2019  l'S & P 500 ha sovraperformato l'indice Bloomberg Barclays Aggregate Bond di oltre il 22%.

Cosa fare allora per evitare di cadere nel recensy bias?
  • Evitare di guardare i risultati di anno di anno per prendere decisioni soprattutto per gli asset più rischiosi come l'azionario
  • Diversificare e lasciar fare il portafoglio, la decorrelazione tra asset mitiga sempre la volatilità dei mercati ( nel 2018 l'obbligazionario a sovraperformato l'azionario)
  • Cercare certezze nelle medie per avere migliori e più puntuali prospettive sul lungo termine.

Italiani risparmiatori e poi...

Secondo la recente indagine European Consumer Payment Report 2019 ( ECPR 2019 ) gli Italiani si confermano tra i migliori risparmiatori in Europa.

Di fatti, quante volte abbiamo sentito dire che "Gli Italiani sono un popolo di risparmiatori!"

I dati dell'ECPR 2019 evidenziano che l’84% degli italiani riesce a mettere qualcosa da parte ogni mese, contro la media europea del 75%, e questo ci fà solo che onore.

La cultura del risparmio è uno dei pilastri del Belpaese e sicuramente il punto di partenza di ognuno per migliorare la propria situazione finanziaria ma da sola non basta.

Abbiamo un Ferrari, che tutto il mondo ci invidia, ma senza la giusta patente per guidarla visto il basso livello di educazione finanziaria del popolo italiano.

Essere risparmiatori è una indubbia virtù ma serve il salto di qualità allo step successivo, diventare INVESTITORI.

Il risparmio è lo strumento da utilizzare per raggiungere i propri obiettivi finanziari, il mattone per costruire le varie stanze della tua casa finanziaria.

La domanda che ogni risparmiatore dovrebbe farsi a questo punto è: RISPARMIO PER?

Avere una buona pensione, per il futuro dei propri figli, per avere una rendita ed altre ancora.

Le risposte a questa domanda sono l'inizio della vita da investitore.


Perchè investire?

Con l'ombra di un nuovo conflitto in Medio Oriente i media non perdono l'occasione per scaraventare addosso a tutti notizie nefaste e tragiche mettendo a dura prova le coronarie degli investitori.

L'emotività è uno dei mali peggiori per ogni investitore, ormai ne è evidenza conclamata quindi proviamo ad analizzare RAZIONALMENTE l'ultimo decennio. Vediamo sul mercato più rappresentativo, quello americano, le ragioni per cui vendere o acquistare.

Ragioni per cui vendere

Da quando il mercato azionario ha toccato il fondo nel 2009, ci sono state così tante potenziali ragioni per vendere e tutti noi sicuramente ce ne ricordiamo molte perché la nostra mente tende naturalmente ad evidenziare le notizie brutte, ed anche i media su questo ci marciano.

I fatti sono stati così tanti che anche metterli in un unico grafico diventa complicato. Nonostante questi "distrattori" ci ritroviamo ad un +495% dal 2009.

Ragioni per cui comperare

Dalla crisi del 2008 sono però anche avvenuti fatti positivi che hanno portato ad un miglioramento graduale, ma la bella notizia fa poco scalpore ed anzi può essere a volte anche noiosa.

" I mercati finanziari sono uno strumento per trasferire ricchezza dagli impazienti ai pazienti" è una delle più celebri frasi di Warren Buffett, insomma non l'ultimo arrivato.

Arriviamo da uno dei migliori decenni a livello globale con numerose conquiste e successi in ogni ambito.

Investire nella crescita globale significa partecipare al miglioramento della condizione umana, ma bisogna avere metodo per farlo perchè basta perdere i 10 giorni migliori in 10 anni per vedersi dimezzare il possibile ritorno.

Il grafico sotto che prende in esame il periodo dal 1995 al 2014 ne è la prova.

Abbiamo visto i due lati della medaglia dell'ultimo decennio e razionalmente è evidente che:

  • le cattive notizie viaggino dieci volte più velocemente delle buone notizie e ciò distoglie l'investitore dai suoi obiettivi finanziari
  • stare al passo con il mercato non significa andare alle notizie (negative) ma posizionarsi con consapevolezza e lasciare fare il suo corso all'investimento
  • sia semplice investire ma non è così facile, perché le cattive notizie ti sbattono il viso contro un amplificatore, mentre le buone notizie suonano tranquillamente in sottofondo.

Dai un "nome" al tuo investimento, pianifica tempo e monitoraggi, crea il portafoglio e non fare altro. Sembra semplice, ma non è facile vedendo i grafici.


Quanto perdi non conoscendo?

L'educazione finanziaria ormai è imprescindibile per ognuno. Delle recenti ricerche lo dimostrano ma ancor più evidenziano come il livello di educazione finanziaria delle famiglie italiane è il più basso tra le economie avanzate.

Tra varie statistiche risulta che il 37% degli adulti in Italia è in grado di comprendere i 3 concetti finanziari di base (interesse, inflazione, diversificazione). Siamo di un punto percentuale sotto a paesi come Kenya e Cameroon .

Il non sapere si riflette poi nelle scelte finanziarie. Infatti, ben il 60% della ricchezza degli italiani è concentra in attività immobiliari. Un bene tangibile che "la pancia" ci permette di valutare in maniera più semplice ed immediata senza uso di formule e conteggi, "riesco a toccarlo con le mani = non può perdere valore o sparire come un investimento finanziario".
Al contrario, invece, gli investitori americani detengono una quota di ricchezza pari al 69% in attività finanziarie.

L'immobiliare va bene per diversificare il patrimonio personale a patto che non se ne abusi

L'educazione finanziaria paga con maggiori rendimenti

Pwc si è occupata di confermare quanto scritto fino ad ora analizzando i rendimenti generati da un investimento di 100.000 dal 1° gennaio 2012 in Italia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e Svezia.

L’analisi produce un indice che tiene conto delle principali asset class ponderandole per ogni paese.

Il grafico è eclatante! Tra il 2012 e il 2017, il rendimento generato da un investimento di 100mila euro  è molto più basso in Italia rispetto al resto degli paesi.

Insomma l'italiano ancorato al mattone si è perso il miglior decennio finanziario per aumentare il proprio patrimonio

Ma ATTENZIONE! non basta solo fare investimenti finanziari per avere rendimenti superiori.

Uno dei principali errori che trovo nei portafoglio degli investitori è la presenza di titoli ed obbligazioni italiane, anche per la totalità delle attività finanziarie. Questo errore è comunemente chiamato HOME BIAS.

Ecco che l'educazione finanziaria assente o scarsa incide nei rendimenti in maniera negativa nuovamente. Infatti, l'assenza di DIVERSIFICAZIONE adeguata nei portafogli finanziari, sempre per Pwc , ha portato ad un rendimento del 2% dal 2012 contro quello del 15% di un investitore statunitense.

In conclusione, maggiore è il livello di conoscenza in materia finanziaria e migliore sarà la redditività del patrimonio.


Il Portafoglio All season di Ray Dalio

https://youtu.be/to7M7Rk3PQI

Ieri commentando l'ennesima riprova che è impossibile anticipare oggi i mercati, col il Nasdaq che apre con un +2,20% e Dow Jones 1,80% , ho scritto in maniera provocatoria del portafoglio all season come la cura per ogni stagione del mercato. Ma quanti lo conoscono?

Il portafoglio All season di Ray Dalio è stato reso celebre da Tony Robbins nel suo libro Money master the game.

Le caratteristiche con cui è stato creato nel 1984 gli hanno permesso di produrre ad oggi un rendimento netto annuo del 9.72% con un drawdown massimo del -3.93% (nel 2008, quanto tutto andava a rotoli e i portafogli d’investimento registravano perdite per il 35-40%).

Incredibile vero?

Lo è di più se tale risultato è stato ottenuto con un drawdown così basso.

Il procedimento che ha portato alla elaborazione di questo portafoglio parte da 3 noti presupposti:

  • non fare market timing
  • non fare previsioni su cosa succederà al mercato
  • risk parity

L'ultimo punto in particolare è motivo di grossa riflessione per Dalio che, puntando al controllo del rischio, ragiona sull'ottica che se le azioni sono 3 volte più rischiose delle obbligazioni in un ptf 50/50, il rischio di portafoglio è spiegato dal 95% dalle azioni e dal 5% dalle obbligazioni (insomma non proprio equilibrato).

Ma perchè si chiama portafoglio All season (tutte le stagioni)?

Per Dalio esistono 4 possibili situazioni o stagioni economiche, che condizionano gli investimenti (i prezzi dei vari asset). Solo che al contrario di quanto avviene in natura, non c’è un ordine prestabilito in cui le stagioni si alternano. Queste sono:

  1. inflazione
  2. deflazione
  3. aumento della crescita economica
  4. rallentamento della crescita economica

Nelle 4 stagioni di Dalio così si muove il prezzo dei beni:

  1. inflazione superiore alle attese (prezzi in crescita)
  2. inflazione inferiore alle attese ( o deflazione)
  3. crescita economica superiore alle attese
  4. crescita economica inferiore alle attese

Nel quadrante elaborato, Ray mette la stessa % di rischio in ogni quadrante. Facendo così, il portafoglio, non è esposto pericolosamente in nessuna condizione particolare.

Partendo dal presupposto che nelle 4 situazioni ci sono asset che lavorano meglio rispetto ad altre, il quadrante risulta così elaborato:

all season portafoglio

“oggi possiamo strutturare un portafoglio che si comporterà bene nel 2022, anche se non possiamo assolutamente sapere come sarà il mondo nel 2022”.

Il metodo per eliminare emotività, market timing e disparità di prezzi nel breve periodo, questo è lo scopo di Ray Dalio.

all season ray dalio
Ma i risultati del portafoglio All season?

Immagina ci fossimo conosciuti nel 1998 decidendo insieme di investire €100.000 nel modello di Dalio.

Nel 2014 avresti avuto € 500.000, questo ci dice il grafico sopra!

Ma il bello non è tanto il risultato quanto il percorso fatto dall'investimento negli anni.

Con questo portafoglio avresti guadagnato nel 86% del tempo. Ciò significa solo 2 anni negativi. Addirittura nel 2002 mentre lo S&p perdeva il 22% circa, te guadagnavi il 7,8%. Questo è il potere della decorrelazione!

anno S&P All season
2001 -11,89% -1,91%
2002 -22,10% 7,87%
2008 -37% -3,93%

ECCEZIONALE VERO?


Conoscere per saper scegliere

Hai un gruzzoletto da investire ma non sai cosa fare? Vediamo insieme se per te è più utile una polizza di risparmio oppure un investimento finanziario puro capendone il perchè

Prima di addentrarci nelle spiegazioni va precisato che si tratta sempre di investimenti finanziari. Nel caso della polizza vita, l’investimento viene veicolato attraverso un contratto assicurativo. Con l’investimento finanziario puro, invece, la gestione del patrimonio è legata soltanto agli strumenti finanziari scelti, fondi, etf, azioni, obbligazioni, certificati ecc.

Investire è un processo, e come tale va seguito in ogni suo passaggio in maniera sequenziale. Non si parte mai, quindi, dalla soluzione ma dalla esigenza da dover colmare. Per tale motivo ho elaborato alcune domande a cui dovresti rispondere per iniziare ad orientarti:

  • Quale è l’esigenza da soddisfare e l’obiettivo da raggiungere?
  • Tu, Investitore, sei un lavoratore dipendente, un libero professionista, o un imprenditore?
  • Hai fatto un’attenta analisi del tuo patrimonio globale?
  • Sei organizzato per affrontare eventuali imprevisti se stipuli un contratto con penali di riscatto?
Obiettivi ed esigenze di investimento

Non ci sono strumenti finanziari migliori o peggiori in assoluto, ma ci sono soluzioni adatte o non adatte a determinate tue esigenze. La risposta sicuramente non la troverai facendo la classica ricerca on line, anzi ti ritroverai con più dubbi. Troverai forum dove si scrive peste e corna delle polizze vita , e gruppi o pagine di delusi dagli investimenti finanziari puri.

Internet, così come non è il medico sempre a disposizione per ogni malanno, allo stesso modo non è l'indovino che colmerà ogni tuo dubbio sugli investimenti, anzi.

Ogni investitore è unico per esperienza, esigenze, maturità e controllo dell'emotività. Ecco perchè nessuna web-accozzaglia di esperienze finanziarie potrà darti la risposta ai TUOI dubbi di investimento.

Affidati ad un professionista per cose così importanti!

Investire è un processo, lo ripeto, ed è per questo che come primo step devi mettere a fuoco perché vuoi investire.

Una certezza la devi avere da subito: questo patrimonio non ti deve servire nel breve termine, altrimenti abbandona subito l’idea. Faresti solo del male al tuo patrimonio.

Fissato questo aspetto è importante capire:

  • per chi o cosa investi
  • quale è l’obiettivo da raggiungere
  • quale è l’orizzonte temporale
  • investi solo per far crescere il tuo patrimonio
  • ci sono persone da tutelare ed altri rischi o aspetti da considerare

Infine è importantissimo capire se, in caso di imprevisti, dovresti poter aver bisogno prima di questo patrimonio che stai per investire. 

Abbiamo visto come si articola OGNI processo iniziale di pianificazione finanziaria necessario ad ogni investitore per avere un giusto focus per una consecutiva scelta consapevole di investimento.

Ma quindi polizze vita o investimento finanziario puro?
Dipende, ma ci sono alcune situazioni che determinano la presa o meno in considerazione della soluzione assicurativa.
Lavoro e rischio di aggressione del risparmio

C’è una bella differenza tra fare il lavoratore dipendente o il libero professionista/imprenditore. Il primo è poco esposto a problemi di aggressione del patrimonio da parte di creditori, i secondi quasi ci convivono con cause e diatribe legali. In ogni caso, chi ha o percepisce il rischio che il proprio risparmio possa essergli sottratto da qualche disputa deve orientare la propria scelta verso le polizze vita.

Nei limiti di legge, il risparmio nelle polizze vita è impignorabile ed insequestrabile.

Per chi percepisce questo aspetto come molto importante, vale la pena pagare di più per gestire il proprio patrimonio dentro il contratto assicurativo.

Patrimonio e pressione fiscale

Molti non hanno mai fatto una foto del loro patrimonio globale. 500.000€ in case, 50.000€ sui cc. E’ un esempio ma abbastanza tipico dell’Italiano medio. Sembra avere pochissimo ma, considerato il patrimonio immobiliare è un ricco. E magari ha già comprato la casa anche ai propri figli. In una situazione del genere è bene fare attenzione alla pressione fiscale in fase successoria, alla facilità di accesso al patrimonio caso morte. Questa è un’altra ragione per preferire le polizze vita.

Chi paga tante tasse dovrebbe anche considerare lo strumento più efficace per ridurre la pressione fiscale, il fondo pensione. Si tratta di un contratto particolare che somma ai vantaggi della forma assicurativa quelli della deducibilità dal reddito da lavoro.

Hai paura dei mercati finanziari e di "perdere"? Non hai alternative, devi sottoscrivere una polizza vita.

MA ATTENZIONE!!!

La compagnia assicurativa ti deve garantire di non perdere riducendo al minimo i vari rischi di un investimento e mettendo sul piatto un sottostante efficiente visto che i costi di assicurazione sono sempre più elevati di un investimento finanziario puro.

Insomma, il gioco deve valere la candela.

Ma allora? Polizze vita per tutti?. Assolutamente no.

Chi cerca la rivalutazione del capitale e non ha particolari esigenze, come quelle sopra elencate, deve evitare di stipulare contratti assicurativi. L’investimento finanziario puro, soprattutto per chi cerca la rivalutazione, permette di eliminare vincoli e penali di riscatto, ha costi ridotti e lascia la libertà di liquidare tutto e subito in casi estremi.

Nel caso di coloro che hanno solo polizze per i loro risparmi ( e vi dovreste chiedere il perchè dopo aver letto questo articolo), un bel portafoglio finanziario è un ottimo modo di diversificare tra le soluzioni finanziarie già avviate.


Italiani ed immobili ieri ed oggi

Circa tre italiani su quattro abitano in una casa di proprietà, e ci sono altri nove milioni di “seconde case” tra abitazioni di vacanza, immobili in affitto o sfitti. Che l’Italia ami il mattone alla follia è un dato di fatto, soprattutto se confrontiamo la percentuale di proprietari italiani con il resto d'Europa.

La casa, prima o seconda che sia, viene tuttora considerata un ottimo investimento.Ma lo è realmente?

No, dagli anni 90 circa.

Da quando l'inflazione è scesa al di sotto del 5% l'immobiliare rende stabilmente meno dei titoli di stato ed azioni.

Ma andiamo in tempi più vicini a noi al post 2008.

https://infographics.economist.com/2017/HPI/index.html?fbclid=IwAR0-z22ziKqeQ5_qxnFgxh2--2_nxF-y4g6TvfCZldFxhpyxu-FeQsBSjQI

Il grafico fornito dal tool in didascalia è illuminante: l'unico mercato in discesa dal 2008 è quello italiano ( in giallo).
Tradotto,aver comprare un immobile pensando di trarne profitti negli ultimi 10 anni è stato il più grosso abbaglio che un investitore possa aver preso.

Ma attenzione, parliamo di investimenti non di esigenze di abitazione ed anche qua proviamo a trovare la risposta al dubbio che tanti hanno oggi giorno: meglio acquistare casa o andare in affitto?

Ti sei sistemato, hai un lavoro stabile e stai valutando la cosa. Cerchiamo di fare insieme alcune considerazioni vedendo PRO e CONTRO.

PRO per Affittare casa
  • Maggiore disponibilità economica immediata
  • Possibilità d’investire i soldi in altre attività
  • Scegliere di trasferirsi in diverse località
  • Poter mettere una somma maggiore da parte
  • Scegliere la casa in base alle proprie disponibilità economiche
PRO per Acquistare Casa
  • Investimento duraturo nel tempo
  • Stabilità abitativa e familiare
  • Poter fare i lavori che si desiderano
  • Avere una proprietà da poter lasciare in eredità
  • Non perdere i soldi di tanti anni in fitto

Ora vediamo i CONTRO…

Perché non andare in affitto?
  • Su lungo periodo si rischia di perdere soldi senza ottenere nulla in cambio
  • Si potrebbe essere sfrattati e dover cambiare casa
  • Si rischiano incomprensioni con il proprietario di casa (in alcuni casi anche arrivare a beghe legali)
  • Si ha poca libertà decisionale sull’assetto della casa o dei mobili
Perché il mutuo non conviene?
  • Ci si preclude la possibilità di futuri investimenti
  • Ci si sente obbligati a restare nel posto in cui si è comprata casa
  • La vendita successiva della casa potrebbe portare ad una perdita economica
  • I costi del mutuo sono superiori rispetto a quelli dell’affitto

Quindi Affittare o acquistare?

Conosci tutti i pro e i contro dell’acquistare o affittare casa, ora poni la tua scelta finale in base ad alcuni parametri imprescindibili:

  • la tua disponibilità economica
  • la tua solidità finanziaria e creditizia
  • i tuoi progetti futuri

Come avrai compreso, la scelta tra acquistare o affittare non si può basare solo su un calcolo economico, ma si deve basare anche sulle tue esigenze.

Se non hai disponibilità economica, o comunque non puoi accedere ad un mutuo per svariati motivi, non potrai che scegliere di affittare una casa.

Se invece hai una solida posizione bancaria e lavorativa e puoi richiedere semplicemente un mutuo per la prima casa, devi considerare comunque prima due aspetti importanti:

  • l’importo del mutuo non deve superare il 35% del tuo stipendio
  • devi avere la minima certezza che non dovrai eseguire trasferimenti improvvisi

Infine, dopo aver vagliato la scelta tra l’acquisto e l’affitto, in base alla tua disponibilità economica, è bene pensare ai tuoi progetti anche perché sulla scelta pesano fattori affettivi e di status socio-economico difficilmente misurabili da altri se non da te.