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Ha senso essere ribassisti o rialzisti?

Il 2022 rappresenta per molti investitori un ulteriore step esperienziale di ciò che significa essere investitori, dopo un 2020 da trattato accademico sulla volatilità, banche centrali ed eventi outlier che potremmo sintetizzare con una parola: PANDEMIA.

Tutti ci ricordiamo la crisi del 2008 e successiva ripresa. Ci sono state una manciata di correzioni e mercati ribassisti dall'inizio del 2009, ma l'unico che si è avvicinato alla lunghezza del ribasso attuale è stato quello del 2011.

Ma il mercato ribassista del 2011 (-19,4%…abbastanza vicino ad oggi) a questo punto era già nel mezzo di una ripresa (linea arancione). Non siamo tornati ai minimi, ma il mercato azionario è tornato indietro ancora una volta. E ora ci stiamo dirigendo verso il nono mese di questo drawdown 2022.

È facile essere negativi in ​​questo momento, ma è sempre facile essere negativi durante un mercato ribassista.

  • La Federal Reserve sta attivamente cercando di spingere il mercato azionario al ribasso.
  •  L'inflazione è la più alta degli ultimi quattro decenni.
  •  I tassi di interesse stanno aumentando.
  • Sia le azioni che le obbligazioni sono scese a due cifre dai massimi.

Il mercato azionario non sarebbe in ribasso se non ci fossero cattive notizie, e dovresti sapere che fa parte del gioco.

È facile essere ribassisti in questo momento ma non dovremmo definirci tali, o meglio, non c’è la necessità di essere necessariamente rialzisti o ribassisti se si è investitori di lungo periodo.

Prima di iniziare ogni investimento che abbia un orizzonte temporale di almeno 10 anni dovremmo fare nostro questo grafico. Tante brutte notizie, tanti eventi “catastrofici”, alti e bassi ma CRESCITA.

Guardando l’immagine sopra non vedo davvero la necessità di essere rialzista o ribassista come investitore a lungo termine perché mi aspetto di vedere mercati al rialzo, al ribasso, ai mercati laterali e tutto il resto.

“Keep kalm and stay invest”.

Preferisco rimanere calmo, invece di andare avanti e indietro tra essere rialzista o ribassista.

Questo mercato ribassista potrebbe durare più a lungo. Le azioni potrebbero scendere di più. Oppure potremmo vedere nuovi massimi nel giro di pochi mesi.

Sinceramente non lo so, quindi meglio lasciarsi condizionare da certezze.

Sappiamo già che le azioni saranno volatili quando iniziamo ad investire quindi perché dovresti preoccuparti delle fluttuazioni del mercato se sai che non dureranno per sempre?

Negli investimenti a lungo termine il successo è strettamente collegato all’abbandonare l’idea di sapere cosa farà o non farà il mercato nei prossimi mesi.

Se hai fatto una accurata pianificazione (spero) non hai bisogno di spendere i soldi di questo investimento nel breve termine, quindi dovrai sentirti a tuo agio nel vedere il valore del tuo portafoglio diminuire a volte.

Ma se hai bisogno di spendere questi soldi nel breve termine, perché stai investendo nel mercato azionario?

Forse è il caso che tu riprenda in mano la tua pianificazione patrimoniale.

Per sopravvivere ai mercati ribassisti è necessario gestire sia la volatilità che le emozioni ma soprattutto avere fede nel proprio piano finanziario.


Trump vs Fed: tagli ai tassi

L’ultimo attacco di Donald Trump alla Banca centrale americana (FED) questa volta non è arrivato dall'amato social Twitter, ma attraverso un’intervista televisiva rilasciata al network CNBC.:

«La FED ci ha messo in una posizione di svantaggio nei confronti della Cina che ha potuto svalutare la sua moneta, noi non lo possiamo fare».

Questo il riassunto delle accuse del presidente americano.

La guerra di Trump contro la FED viene da lontano e nelle parole di Trump sembra quasi che il vero nemico dell’America verso la ripresa sia proprio la Banca centrale americana, che pesa più della Cina.

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1077231267559755776

Per Trump l'errore principale della Fed è stato l'aumento graduale dei tassi – dal dicembre 2015 ci sono stati nove rialzi, di cui quattro solo nel 2018 – predisponendo i piani di rientro dal Quantitative easing (QE) per normalizzare la politica monetaria e tenersi a disposizione armi per combattere eventuali crisi future.

Insomma secondo il presidente americano si è pensato troppo al futuro senza lasciare i rubinetti monetari aperti nel presente e le ultime vicende sembrano dargli ragione.

Lo stesso Jerome Powell alla guida della FED sembra voler cambiare direzione perché la crescita americana non decolla proprio a causa della guerra commerciale con la Cina.

Forse è arrivato il momento di tagliare i tassi,cambiando di nuovo rotta e vedendo tutte le parti a stelle e strisce concordi sulla linea.

Perché adesso la FED vuole tagliare?

Analizzando gli ultimi 12 mesi potremmo trovare 2 fattori principali che hanno convinto Powell ai tagli:

  • Oltre la guerra commerciale contro la Cina che ha portato ad aumentare i dazi verso il Paese e a colpire Huawei, dal 10 giugno sono attivi anche i dazi su tutti i prodotti made in Messico che colpiscono consumatori e grandi gruppi americani che hanno delocalizzato la produzione nel Paese.
  • Le previsioni di crescita dell’economia americana, nella seconda metà del 2019 ,sono di un rallentamento fino al 2%. Si riaffaccia lo spettro del rischio di una recessione alla vigilia del lungo anno che porterà alle elezioni del presidente americano.
    E questo a Trump non piace.

America first” è il motto che ha guidato l'America negli ultimi anni e di sicuro sarà fatto di tutto per mantenerlo, anche un passo indietro.


WEEKLY NEWS

Le notizie della settimana in 1 minuto

Siete stati troppo indaffarati durante la settimana per rimanere informati sulle principali notizie dal mondo?

Ecco alcuni spunti per cercare di capire i fatti e le dinamiche che negli ultimi sette giorni hanno mosso il sentiment degli investitori e dei mercati globali.

#Brexit si o no?

Theresa May nei prossimi giorni dovrebbe recarsi a Bruxelles sotto forte spinta del parlamento inglese. L'obbiettivo è quello di rivisitare alcuni punti dell'accordo di separazione con l'UE che però rimane ferma alle condizioni ormai decise 2 mesi fa.
I giorni passano è diventa sempre più possibile l'ipotesi di un "non accordo" tra le parti.

#Guerra commerciale USA/CINA

Resta sostanzialmente in fase di stallo la guerra dei dazi tra Trump ed il presidente cinese Xi fino al prossimo incontro personale tra i due presidenti.

#Politica monetaria USA e Fed

Powell, presidente della Federal Reserve, si è detto cauto sui possibili futuri aumenti dei tassi di interesse. I nuovi driver per le scelte di breve della Fed saranno i prossimi dati economici che si annunciano positivi.

#Trimestrali USA

Cominciano ad essere pubblicati i primi bilanci delle principali aziende statunitensi. Apple e Facebook sono le reali sorprese per gli analisti presentando bilanci oltre le aspettative. Amazon invece accusa un ribasso con le deludenti previsioni per le vendite del 2019.

#Crisi del Venezuela

Si allarga a livello globale il caos che sta colpendo il Venezuela, noto per la molteplicità di risorse possedute. Da una parte il dittatore Maduro, dall'altra il leader dell’opposizione Juan Guaidó, autoproclamatosi presidente della nazione.
Il primo gode dell'appoggio di Cina e Russia mentre in secondo vanta alle spalle la spinta degli USA.

Si allarga a livello globale il caos che sta colpendo il Venezuela, noto per la molteplicità di risorse possedute. Da una parte il dittatore Maduro, dall'altra il leader dell’opposizione Juan Guaidó, autoproclamatosi presidente della nazione.
Il primo gode dell'appoggio di Cina e Russia mentre in secondo vanta alle spalle la spinta degli USA.

Queste le principali notizie dal mondo della settimana.

Un minuto per rimanere informati dal mondo senza cadere nel "RUMORE" ed allarmismo passato da TG e media spesso benzina per l'emotività di ogni investitore e sempre causa di scelte scellerate per i risparmi.