Il bias del senno di poi

Quando è il momento giusto per entrare e uscire? , è la domanda che ogni investitore al mondo si trova periodicamente a chiedersi. Tanti studi hanno dimostrato che solo a posteriori è possibile sapere se i mercati finanziari hanno raggiunto il punto di minimo o il punto di massimo. Insomma nessuno li può conoscere né prima né durante.  

Da anni la mia esperienza mi ha portato ha elaborare un protocollo, razionale e professionale, per eliminare ogni dilemma e dubbio che possono portare l’investitore all’errore.  

Partiamo dai fatti per arrivarci insieme.  

Il grafico mostra insieme uno dei mercati Orso più profondi e veloci della storia ma anche il mercato Toro che di è sviluppato dal punto di minimo di Marzo con un secco + 20%. 

Dati, e considerazioni che sono evidenti ora con il senno di poi, perché così all’inizio del ribasso, del rialzo ed ora la probabilità che il mercato scenda o salga è sempre la stessa del 50%.  

Questa è la realtà nel breve periodo.  

L’immagine sopra è un esempio di quanto sia improbabile l’operatività giusta. Il giorno del dato sulla disoccupazione americana ( tra i più alti di sempre) il DowJones chiude con la migliore settimana dal 1939. 

Questo perché i mercati anticipano, ragionano ad aspettative che possono peraltro essere anche disattese positivamente o negativamente. 

In queste dinamiche si insinuano i bias dannosi per l’investitore dove magari durante un rialzo si è frenati nel comprare perché troppo tardi o nel ribasso restare immobile perché può scendere di più. 

Tutti siamo perfezionisti, ma spesso poco realisti. 

Prima accettiamo che fare il giusto market timing è impossibile prima si diventa investitori “adulti”. 

L’unico modo per evitare tutto ciò è quindi utilizzare una strategia, adottare un protocollo incentrato sugli obiettivi e le disponibilità dell’investitore. 

L’uso di un piano permette all’investitore di essere fautore del proprio percorso finanziario, il mercato il mezzo per realizzarlo. 

Il protocollo che utilizzo parte dalla profilatura dell’investitore, per arrivare ad una scelta condivisa del profilo di rischio più adeguato in base all’esperienza, alla sostenibilità della volatlità ma soprattutto all’obiettivo ed all’orizzonte temporale scelto per la realizzazione. 

Un piano permette di sapere in ogni fase di mercato cosa fare e come farlo senza cadere succubi degli umori del mercato.