Quando i successi sono merito nostro… e le colpe sempre degli altri
“Ho fatto +15%, sono stato bravo.”
“Ho perso perché il mercato è impazzito.”
Quante volte hai sentito (o pensato) queste parole?
È un meccanismo psicologico naturale, ma pericoloso: si chiama self-attribution bias.
È la tendenza a prendere il merito quando le cose vanno bene e a scaricare la colpa quando vanno male.
Nel mondo degli investimenti, questo bias è tra i più insidiosi, perché:
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Ti illude di essere più competente di quanto sei
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Ti impedisce di analizzare con onestà gli errori
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Ti spinge a rischiare troppo quando ti senti “infallibile”
Cos’è il self-attribution bias?
È una forma di auto-compiacimento cognitivo:
Attribuiamo i risultati positivi alle nostre capacità…
…e quelli negativi alla sfortuna, alle condizioni esterne, o agli altri.
💡 Esempi quotidiani:
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“Ho scelto un ottimo fondo” → merito mio
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“È andata male per colpa delle decisioni della BCE” → colpa esterna
Anche i migliori investitori ci cascano.
Lo facciamo per proteggere il nostro ego: ci sentiamo bravi, capaci, intelligenti. Ammettere di aver sbagliato, invece, è doloroso.
Il problema? Non impariamo mai
Se un guadagno è merito tuo e una perdita è colpa di qualcun altro…
Quando impari davvero?
“Non c’è niente di peggio che avere ragione… per i motivi sbagliati.”
– frase ricorrente tra i migliori fund manager
Se non accetti le responsabilità delle tue decisioni:
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Non correggi il metodo
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Non capisci dove hai davvero sbagliato
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Continui a credere di avere un “tocco magico”
Col tempo, questa illusione ti rende iperconfidente.
E l’iperconfidenza è uno dei peggiori nemici del rendimento nel lungo termine.
Self-attribution bias + mercati = pericolo
📈 Quando i mercati salgono:
“Il mio portafoglio fa +12%, sono un genio!”
📉 Quando i mercati scendono:
“È colpa del conflitto, della Fed, di Draghi, dei robot…”
Ma attenzione: un mercato toro (bull market) fa sembrare chiunque un investitore brillante.
“Don’t confuse brains with a bull market.”
– antico adagio di Wall Street
Se non riconosci il ruolo del contesto esterno, ti stai ingannando da solo.
Come riconoscerlo in sé stessi
🧠 Fai questo esercizio mentale:
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Quando ottieni un buon risultato, chiediti: quanto è merito mio e quanto del contesto?
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Quando sbagli, chiediti: cosa avrei potuto fare diversamente?
Se le risposte sono sempre:
✅ “Sono bravo”
❌ “È colpa di altri”
…hai un problema.
Come ridurre il self-attribution bias
Ecco alcune strategie pratiche per contrastarlo:
🖊️ 1. Tieni un diario delle decisioni
Scrivi sempre il perché delle tue scelte:
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Quando compri/vendi un titolo o strumento
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Quali ipotesi stai facendo
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Cosa ti aspetti dal mercato
E dopo 3/6 mesi, rileggi.
💬 Ti sorprenderai di quanto spesso i tuoi successi siano dovuti al caso o a movimenti di mercato… e non alla tua previsione.
📊 2. Confronta i tuoi risultati con il mercato
Non basta vedere se guadagni.
Guarda se guadagni più o meno dell’indice di riferimento.
Se il tuo portafoglio fa +8% ma l’indice fa +12%, forse non sei stato così brillante.
Il confronto ti aiuta a ridimensionare l’ego.
🧠 3. Chiediti: “E se fossi solo stato fortunato?”
La domanda giusta da porsi non è: “Ho avuto ragione?”
Ma: “La mia analisi era corretta, oppure il risultato è stato casuale?”
Se inizi a dubitare (in senso costruttivo) della tua bravura, stai imparando.
🧍♂️ 4. Confrontati con qualcuno esterno
Parlare con un consulente, un amico esperto, o un mentore ti costringe a rendere conto delle tue decisioni.
E spesso, chi ti ascolta nota auto-giustificazioni che tu non vedi.
Il caso dei gestori professionali
Anche i fund manager cadono nella trappola.
👉 Se un trimestre va bene, si concentrano sulle scelte vincenti.
👉 Se va male, parlano di inflazione, geopolitica, o cambio valutario.
Ma se un professionista non è in grado di analizzare in modo oggettivo i propri risultati, cosa può fare un investitore retail?
La vera competenza: ammettere quando non è merito tuo
L’investitore davvero bravo non è quello che vanta ogni +10%.
È quello che sa dire “ho avuto fortuna”.
L’umiltà è una virtù sottovalutata nel mondo finanziario.
La disciplina batte l’intuizione.
La trasparenza con sé stessi batte l’autocelebrazione.
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Scrivimi. Insieme possiamo creare un piano basato sulla realtà, non sull’autocompiacimento.